Poiché si dice che tutto venga dal mare

Poiché si dice che tutto venga dal mare
e ognuno poi sempre ritorni
nel luogo dove è nato,
taglia gli ormeggi, scosta
e salpa cuore timoniere!
Sotto voce abbandoniamo
questo attracco di malinconie,
via da questa terra ferma
ricoperta di secce aride
or che alta è la marea.
Addio terra ferma
coste di tenebre
montagne d’angoscia
dinieghi di germogli
pantani e acque morte
deserto di acquafragio
mattatoio di sogni!
Mare, primigenio nascere,
mostrami i tuoi confini,
dal vento mi giunga
nitido con soave eco
ammalio di mitiche sirene;
riflesso dal tuo specchio
io miri biavo firmamento!
Cuore, raccogli la bottiglia
entro cui era scritto il tuo destino
e riscrivilo con penna d’amore
pompa il mio sangue nelle vene
al par di un blando mareggiare
che irrori una proda defunta,
cavalca questi flussi
danza su queste piste glauche
tra le schiume e i fiocchi
di nivei spruzzi
ritrova la felicità del sughero
che sui marezzi fluttua!
Scotomizzato io mi ritrovi
al risveglio in una luce mattutina
non ti smarrire tra fulgori vani
bussola e timone riprendi
segui tra apriche volte
la rette di raggi solari
naviga allo zenit e non voltarti!
Procellarie, portatemi
lontano dalle burrasche.
Spiriti fluenti di Ponto
guidate la mia prima rotta
diretta al sereno di altri giorni..



Nulla è scorso invano da che ti conosco

Come ramo a tronco avvinto a te resto
ai venti della vita e alle intemperie d’essere resisto
dammi linfa, popolami di fiori di virgulti e di corimbi
ai passi del sole preservami da acari e siccità
con l’accrescersi delle radici dell’anima tua
Non salpare eterea: solo resterei
su un molo deserto nelle nebbie d’autunno
fino al rigori dell’inverno inclemente
quando la terra si fa brulla e tutto muore.
Nulla è scorso invano da che ti conosco
tu lo avrai visto come in me si appiccica
un vischio d’amore che tutto contiene
come affondi nel mio necessario
e ricco mi rendi di respiri se accanto mi sei.
Salvami se assorto in oscuri pensieri mi sorprendi
non posso non vivere se poi mi porti alla luce
Ho appena un’anima e una sola vita da darti:
questo è il mio cruccio e il mio limite.



Fai pure da te, vieni

Fai pure da te, vieni,
attingi tutto l’amore che vuoi
il mio cuore ne è pieno
disseta la tua vita
sguazza in questa fonte
e lasciati accarezzare
dai suoi mille zampilli,
sulle tue guance discenda
come lacrima un sorriso
sia come specchio
illimitato di un mare verde
che ti inviti nella calura
al disperdersi dell’ombra.
Su calati e rinfrescati
non temere l’avvitamento
dei suoi gorghi ma godi
le sue schiume innocue
dense di affetto e di pensieri.
Non rigagnolo, non fiume
limaccioso ma lago di quiete
e di pace, lago incantato
conca di tepore e di fragranze
riparata dal vento ti accolga.
Vieni, vieni senza tremore
scongiura che evaporino
vane questi rivoli tersi
che affluiscono infiniti
e ne accrescono la vita
bagnati sotto lo sguardo
degli astri e degli spiriti
la cui luce si infiltra
nei tuoi e nei miei recessi:
su vieni nella densità
nuota tra la leggerezza
di queste acque non saline
immergiti in questa ultima
tardiva stagione della vita.



LA MIA CASA .

COPERTONI BRUCIATI , PIETRE MARCE
ANGOLI DI DROGA E MORTE DI OCCHI SINCERI ,
FACCE SPORCHE , MANI UNTE E
IL SERPENTE CHE STRISCIA SUL SUO CORPO ,
LABBRE SECCHE , CUORI STANCHI ,
A PIEDI NUDI SUL CATRAME ,
BLUES -JEANS ROSICCHIATI DAI TOPI
NEL SOLAIO DI UNA CASA ,
E ANCORA IL SUO CORPO MALIZIOSO
DANZA SUL MURO DI UN SOGNO  ,
TESTA PELATA DI UN PRETE
CHE INVOCA SATANA  ,
OROLOGI DI PIETRA
CHE SEGNANO LA MORTE ,
SUONI DI CHITARRE VICINE
E TAMBURI LONTANI ,
SGUARDI VUOTI CHE FISSANO IL VUOTO
BARBA DI HIPPY 
MACCHIATA DI BIRRA ,
MANI BUCATE DA CHIODI E IO…..
SONO MORTO NEI SUOI OCCHI
MA LA MIA CASA E’ ANCORA APERTA ALL’ AMORE .
   FERRE’ CARMELO ….27/08/1968



STELLA CADENTE .

VOLARE IN UNA NOTTE STELLATA
SBATTUTO IN UN URAGANO
DI SOGNI E PENSIERI ,
RITROVARSI A TU PER TU CON LEI ,
PIANGERE  ,SPERARE , SBATTERE LE ALI
E CADERE IN UN VUOTO DI SILENZI
RACCHIUSI DA ARCOBALENI EVANESCENTI .
PARLARE , BRUCIARE , RICORDARSI….DI NIENTE ,
ACCAREZZARLE LA GUANCIA
E NON PROVARE NIENTE ,
SPROFONDARE IN UN URAGANO DI BACI
ED USCIRNE  ILLUMINATI DI SORRISI ,
ANNEGARE NEL MARE DEI SUOI OCCHI
O DENTRO LACRIME PROFONDE
DELLA SUA ETERNA ANIMA  .
MORIRE IN UNA STUPENDA AURORA BOREALE E
PERDERSI SOPRA  ARCOBALENI PIENI DI CAREZZE
ED ASPETTARE IL DOMANI DEL SUO AMORE ,
GRIDARLE -T’ AMO – E NON SENTIRE RISPOSTA ,
LASCIARSI PORTARE NEL VORTIGE DELL’ ECO E
RITROVARSI A VOLARE IN UNA FORESTA
DI BIONDI E SOFFICI CAPELLI PER POI
DISPERDEMI NELLE SUE CALDE LABBRA .
SDRAIARMI SU UN PRATO DI LUCE CELESTE
ASPETTANDO  UNA STELLA CADENTE
SPERANDO CHE TRASCINI CON SE’ LA FELICITA’
DEL SUO  IMMACOLATO AMORE  .



SONO PARTITO .

SONO PARTITO ALL’ ALBA DI UN NUOVO AMORE ,
SONO PARTITO  SENZA NEANCHE AVERTI DETTO CIAO ,
SONO PARTITO SENZA NEANCHE SALUTARTI E
SENZA DIRTI NIENTE HO LASCIATO CHE UNA LACRIMA
SCENDESSE SUI TUOI OCCHI ADDORMENTATI .
SENZA INCONTRARTI SONO PARTITO ,
NON HO POTUTO DIRTI CHE TU ….
TU SEI LA MIA VITA , IL MIO DOMANI ,
QUANDO TI INCONTRAI LA PRIMA VOLTA
IL MIO CUORE SI MISE A BATTERE PIU’ FORTE ,
MA SAPEVO GIA’ CHE IL MIO DESTINO ERA
UN VENTO CHE NON SI FERMA MAI PIU’ DI UN GIORNO ,
ED ECCO CHE ORA COME UN FUGGIASCO MI ALLONTANO DA TE ,
FORSE E’ MEGLIO COSI’ , NEGLI OCCHI HO L’ AVVENTURA , 
E SENZA DI ESSA NON SAPREI VIVERE ,
SONO PARTITO MA TI PORTO CON ME , MA TU…
TU NON CAPIRAI TUTTO QUESTO , IO AVREI …
AVREI VOLUTO DIRTI ANCORA UNA VOLTA TI AMO ,
MA NON POSSO RESTARE ACCANTO A TE  , HO AMORE MIO ,
TU NON SAI CHE MALE HO DENTRO DI ME ,
FUORI IL VENTO DI QUESTO MATTINO MI CHIAMA
  ,
LE SUE FOLLATE MI AVVOLGONO IN UNA SPIRALE ,
E SAI AMORE ORA MI SENTO LIBERO ,
SONO LIBERO COME IL VENTO E NEL VENTO
IO ACCAREZZERO’ I TUOI CAPELLI
DONANDOTI ANCORA UN PO’ DEL MIO AMORE .
SONO PARTITO NELL’ ALBA DI UN MATTINO DI VENTO …..
  FERRE’ CARMELO…….26/11/2007