L’Avverso fato.

L’Avverso fato.

Si che tanto t’amo amor mio,
ma come l’ultimo degli spergiuri,
mi arranco fra strane filastrocche
e stinti colori camuffati
da dolci esteriorità fasulle.

E come il sogno di uno strano sogno,
affliggo ciò che mi pare esilarante,
ma poco raggiante,
come è pungente e doloroso
il sentore della folle pazzia.

Tempo fa spezzai
il mio inflessibile cuore
e ne versai gli sfilacciati lembi
in un grande prato nero,
privo di colori
e dai volubili tramonti.

Vani sono i soffi convulsi
di coloro che mi amano,
il mio abbietto fato aspira
ad un arcano destino,
ma non temo più la morte,
ma solo il suo dolente ghigno.

Raffaele Feola.

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CERCO LA TUA ROSA – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Vado per regni

sempre pieni

di regine vocianti.

 

Cerco una rosa

ma trovo

solo fiori ingialliti.

 

Vado gustando

l’aspra gioia

di questa vita.

 

Cerco un fiore

il vivo calice

che salva dal nulla.

 

Sono spirito

senza peso

e cerco la tua rosa.

 

30.07.2015 Ciro Sorrentino



L’imbroglio.


L’imbroglio.

Egotismo e amore
che turpe binomio,
si a volte è tale,
accarezza e lusinga,
amo il tuo volto,
ma è di pietra come
l’ammasso di roccia
scolpita da esperte mani,
e da essa traggono
il corpo, non l’anima.

Il sapere disarma la fedeltà,
vorrei conoscerti, ma ho
timore di volteggiare
impunemente nel tuo
presunto candore.

Smanetto e celo la brama,
non è ancor giunta l’ora del
rimpianto, devo ritrarre
il percorso del desiderio,
ma tu chi sei amore,
qual strana prostrante
magagna della natura ti ha
condotta a me che son fragile,
e cosparso di unguenti tristi.

Ho un cielo che è sempre
costellato di nubi e mi
dona acqua e brividi
ho freddo, il mio sole
incanta e arde ma gela.

Le mie mani son poco
virtuose, son veloci e incerte,
non accarezzano mai,
il mo corpo si
smarrisce spesso egli
non conosce
l’ amorevolezza,
ma dimmi tu chi sei,
vuoi esser mia
o vuoi solo oltraggiare,
dai ti sei smarrita
io non posseggo…cerco,
ritrova il giudizio e
con esso avrai ciò
che io non posso
porgerti ho solo me
null’altro… che me.

Raffaele Feola.

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Cadranno le pareti – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

  Fra due pianeti lontani

ignoti al mondo

c’è luce di stella

e i tuoi occhi di donna.

 

Il mio treno è fermo

nel nero tunnel

sembra un uccello

spiazzato nel suo volo.

 

Cadranno le pareti

che vestono

i nostri mondi

con i costumi degli dèi.

 

29.07.2015 Ciro Sorrentino

 

 



UN CIELO PERDUTO – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Leva il tuo canto e sorridi

fissa il viso di luna

che rapisce e parla

nel suo puro cristallo

bacerò le tue labbra di fata.

 

Non mi abbandonare

nella follia di foglie

nella battaglia

con il vento tiranno

che versa sull’umida terra.

 

Sorridi e canta ancora

l’ultima foglia

è oltre il sogno

di un cielo adornato

d’artigli smaltati di blu.

 

Alla tua fresca voce

volgeranno i rami

piegati e persi

dalle miserabili polveri

che coprono sogni e speranze.

 

28.07.2015 Ciro Sorrentino



NELL’ETERNA PRIMAVERA – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 Ogni volta, esplorando

il tuo verbo,

sento le pene

e l’amore per la vita.

 

Seguo le tue parole –

lucida seta

che l’oscurità

disperde nell’infinito…

 

Ogni volta, esplorando

i tuoi versi

d’abile mano,

sento la notte e il giorno.

 

Sarò con Te nell’oltre –

sorrideremo

delle tenebre

nell’eterna primavera…

 

27.07.2015 Ciro Sorrentino