A PIEDI NUDI SULL’ERBA – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Illumina il crepuscolo

un solo pensiero

che ha brividi di fuoco.

 

Allegra una donna

danza e canta

nelle sfumature di luna.

 

A piedi nudi sull’erba

ripete un ballo

da farfalle circondata.

 

Dolcemente il vento

ne sfiora i capelli

e il limpido volto di fata.

 

S’ubriaca la nera terra

s’ubriaca l’infelice

che non ha amore né pace.

 

02.08.2015 Ciro Sorrentino



Fine di un credo.

Fine di un credo.

Elegia dedicata all’incontenibile fede,
lei mi percuote e inonda i miei pensieri,
apre l’anima, ma io fuggo e non voglio.

Perdona se non postulo più
miracoli e ricchezze,
e non ebbi capacità di fermare
ciò che non volle il mio cuore,
solo una lacrima fuggì veloce dai miei occhi
nel dirti grazie di un’esistenza inutile.

Ma il Tuo perdono non è indulgenza
solo pazienza, il mondo è cosparso
di anime tristi ed il sorriso è stanco,
le braccia son piccole e non cingono più.

Che dire della mia tenuità nel coltivare
inimicizie e poi fuggir via, varcare
indenni il mare burrascoso della vita
e poi stupirmi, conoscere e chiedere
cosa c’è alla fine del mio sentiero,
ora c’è solo la rassegnata attesa
di quel che potrà avvenire nel mio oltre.

Raffaele Feola.



Le serpi e i rimpianti.

Le serpi e i rimpianti.

Spiccano il volo le magnifiche serpi
e volano alto,
orrendi i pensieri dell’addio
alla vivace vita,
che maldestro il destino
sa del suo ritorno
e mi ha donato il futuro,
ma competo pur sempre alla nera vestale,
imparziale custode di una strana eternità.

Quanto rancore imprevisto
ho colto nel mio campo,
e fra una filastrocca e l’altra
ho riempito il mio cuore di inutili
e stucchevoli ciarpami,
e di ombrose velleitarie emozioni.

Non ho vissuto che di futili amori
e desideri di terre lontane,
e mai m’accorsi dei gelidi venti
che giungono dall’aldilà dell’agonizzante mare,
privo ormai del suo immenso blu,
il naufrago amore strugge ovunque,
e più ti discosti dai suoi impulsi
più è pungente il suo dolore.

Raffaele Feola.



LE FOGLIE DEL SALICE – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Sfumano le ombre

nel cerchio di fuoco

laddove il giorno

scioglie lastre di ghiaccio.

 

Fluiscono veloci

giovani stille

nell’ampio alveo

del ruscello dormiente.

 

Dimenticato un salice

aspetta sereno

che la terra si disseti

nelle acque di verde luce.

 

Vinti sono i sassi

frantumati

sul manto coperto

da ciuffi d’erba esultante.

 

Danzando vanno

i rosei refoli

che il vento

destina ai germogli.

 

È caduto ormai

il vecchio tulipano

nel pallido rosso

del suo lago morente.

 

Tra ciglia di nuvole

solitario il falco

si libra cercando

l’eterno fuoco infinito.

 

Seguo quel volo

tendendo le mani

come nuotando

in un mare di petali rosa.

 

Per l’ultima volta

osservo

l’antico sentiero

colmo di cenere e spine.

 

Sorrido fissando

le foglie del salice

che si scioglie

nel tuo etereo volto di fata.

 

03.08.2015 Ciro Sorrentino



TRA RETI DI FOGLIE – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

S’addensano le nuvole

nelle tenebre

dei soffocanti abissi.

 

E vado cercandoti

come il fantasma

che reclama il suo corpo.

 

S’infittisce il bosco

accerchiando

ogni fiore e i ruscelli.

 

Avanzo tra reti di foglie

come fuggendo

il giorno sfatto dal buio.

 

Amore mio, ti cerco,

cerco il fuoco

celato nel tuo arioso respiro.

 

16.08.2015 Ciro Sorrentino



GIRANDOLA DI ONDE – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Inseguo l’infinito

nel mite bacio

delle tue ciglia

e vado cantando

al silenzioso mare

il mio smisurato amore.

 

Sei germogliata

come una rosa

nell’avvilente vuoto

della mia anima,

smarrita e persa

in una girandola di onde.

 

Fata di sogno,

tu riempi

lo scolorito calice

con le correnti

di un umido cielo

tutto traforato di stelle.

 

05.08.2015 Ciro Sorrentino