L’Avverso fato.
L’Avverso fato.
Si che tanto t’amo amor mio,
ma come l’ultimo degli spergiuri,
mi arranco fra strane filastrocche
e stinti colori camuffati
da dolci esteriorità fasulle.
E come il sogno di uno strano sogno,
affliggo ciò che mi pare esilarante,
ma poco raggiante,
come è pungente e doloroso
il sentore della folle pazzia.
Tempo fa spezzai
il mio inflessibile cuore
e ne versai gli sfilacciati lembi
in un grande prato nero,
privo di colori
e dai volubili tramonti.
Vani sono i soffi convulsi
di coloro che mi amano,
il mio abbietto fato aspira
ad un arcano destino,
ma non temo più la morte,
ma solo il suo dolente ghigno.
Raffaele Feola.
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This entry was posted on venerdì, luglio 31st, 2015 at 14:57 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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Ciro Sorrentino Scrive:
“…affliggo ciò che mi pare esilarante, ma poco raggiante,…”.
Feola con grande maestria ha velato il vero oggetto della sua riflessione: nonostante sappia dispensare amore e riceverne tanto, il suo stato d’animo gli impedisce di rendersi partecipe delle cose “esilaranti” e terrene – la sua coscienza lo porta a rivolgere la sua attenzione all’infinito.
Complimenti, fratello,
Ciro Sorrentino
raffaele feola Scrive:
Grazie Ciro…ti abbraccio con affetto…come sempre Raffaele Feola