Nuvole (Haiku)

Appesi al cielo

tanti quadri

senza cornice

 



D’inverno

Tra antichi tralci

d’ulivi imbiancati

volatili porgono canti

che paiono tramutare

tristezza in allegria

 



NELL’ORO CHE SEMPRE BRILLA – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

…Improvviso fu l’incontro,

ma piena l’ascesa

nella sua storia

che illuminò le balze

di questo fumoso mondo.

 

Si accesero le sue parole –

gocce di rugiada

evaporarono,

schizzando nell’aria

parabole di tempo vissuto.

 

Mi lanciai nelle correnti

del suo respiro,

fugando le ombre

che sempre assediano

la luce del viaggiatore stanco…

 

*

 

…Il ritmo della sua voce

s’avvolse alla mente,

rubando il cuore

a chi da sempre cerca

l’Assoluto su labbra di donna.

 

Mi disperai come il naufrago,

salutandola

dall’incolta riva,

laddove muoiono le urla

al veliero che muove altrove.

 

Ma le sue voci vibrarono

nelle mie velate notti,

e tuonarono,

scuotendomi presto

ad afferrare il suo lieve respiro…

 

*

 

…Nel segno del fuoco,

trovai l’ardire

di tendere l’arco

per mirare ancora

alle sue preziose parole.

 

Quante volte ascoltai

il suo antico canto,

fissando i gesti

della palmata mano

che sempre lambisce il vento.

 

Chiusi gli occhi

e nel silenzio sentii

il tepore del viso,

quando il saluto

si rinnovò per il suo viaggio…

 

**

 

…Ah, scompaginato tempo –

tu, distratta vita,

mi nascondesti

quel viso d’angelo,

le rosee labbra e l’amore.

 

Fieramente ripresi la via,

e cercai il verso

per scolpire

quel sacro amore

nell’oro che sempre brilla.

 

Così raccolsi gialle parole

per condurmi a lei,

nel meriggio d’un giorno,

quando l’Ariete stordito

si lanciò nella chiarità del suo cielo…

 

 

01.02.2018 Ciro Sorrentino



SONO STANCO…( NEL GIORNO DELLA MEMORIA )

Sono stanco …,
guardo su nel cielo
strane nuvole …,
hanno strane forme
ma sono tutte nere
e odorano di morte … ,
sono stanco …,
ascolto il vento
senza voce … ,
nel suo silenzio
mille lamenti sottili
affannano il cuore
di dolore senza sangue …,
lontano le sirene impazziscono
di una triste melodia …,
sono stanco …,
le mie mani
sono incapaci di toccare
la pietà del domani … ,
persone di ombre
depongono fiori su fosse
segnati solo di numeri …,
sono stanco …,
l’ aria soffoca il respiro
e riempie gli occhi umidi …,
dissolto tra fiamme
riprendo la mia anima
che stanca si abbandona
alla tenue e doloroso ricordo …..

carmine16…26/01/2018



VIVO NELLA NOTTE CHE RESPIRI – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Ah fata, sento l’infinito

nel battito della rosa

che la tua fragranza reca

fino alla linea folle dell’oceano.

 

S’accendono i vortici d’oro

dei tuoi coperti petali –

aromi persi nello scintillio

d’affilate spine e steli affusolati.

 

Il tuo polline è il mio delirio,

germinante amore,

effervescenza sonora

di bianca luna o di rosso sole.

 

È tuo l’azzurro bagliore,

la seta tremante

che selvaggia purezza

libera in una sola goccia di rugiada.

 

La tua fragranza di colomba

taglia la gelida ombra

sulle circonferenze di lago

che accolgono le tue sonore falcate.

 

Il tuo idioma d’inchiostro e selva

è sorgente d’amore

per i pianeti sommersi

dalle lacrime delle nere palpebre.

 

Così vivo nella notte che respiri –

instancabile palpito

che nutre il sangue e i frutti

vacillanti nel volo degli ultimi uccelli.

 

26.01.2018 Ciro Sorrentino



ROSA DI VELLUTO – dalla raccolta “A Sylvia Plath”

Mia Naiàde, che tutto riempi

d’eterno candore,

sii la sorgente

che onde schizza

sui lunghi filari degli oscuri pini.

 

Come lame taglienti le tue mani

aprano le tele di ragno

quando s’increspano

per celare la vertigine

e le velenose cattedrali di tenebre.

 

Il tuo fresco e nudo chiarore

scheggi l’elmo del buio,

il tremendo silenzio

che riempie le fenditure

di questa abbandonata stanza.

 

Il cuore della tua rosa di velluto

sia la diamantina sfera

che dissolve la notte –

orribile delirante tela

che i semi di luce non sopporta.

 

26.01.2018 Ciro Sorrentino