LE LACRIME DI MARIA (JESUS DEI )
GUIBILA DI GIOIA O MADRE
VARCA IL CONFINE DELLA MORTE ,
TUO FIGLIO VIVE
E IL SUO CORPO CHE ORA
HA VINTO LA MORTE
SI E’ UNITO AL SUO SPIRITO …..
MADRE, ABBRACCIA IL SUO NUDO CORPO
VEDI ORMAI NON TREMA PIU’
MENTRE GIACE SULLA NUDA TERRA ,
LE TUE LACRIME MADRE
RISCALDANO SOLO PER UN ATTIMO
QUEL TUO FIGLIO MORTO E TU
NON HAI NESSUNA COLPA .
MADRE ORA PROVI SOLO PIETA’
PER QUELLI CHE HANNO INCHIODATO
SULLA CROCE L’ UNICO TUO FIGLIO ,
PIANGI MADRE ? PERCHE’ ?
CHE COLPA NE HAI TU ?
NO , NON PIANGERE MADRE ,
LO SAI IL TUO PIANTO
VINCE LA MORTE ,
ORA RICOPRI TUO FIGLIO
PERCHE’ VEDI SORRIDE
MENTRE NEL TUO CUORE
NON C’ E’ PIU’ PENA …….
CARMELO…….2008
SENZA FUTURO
Vivo senza speranza nel distorto universo,
tra ignote e siderali distanze,
nel meschino tempo dell’inconsistenza.
Avverto l’ossessivo ed irrevocabile oblio,
nei frantumi dell’amore,
tra il disperato pianto del tramonto…
Resto sospeso nell’incolmabile abisso,
tra spazi gelidi,
nell’assurda disarmonia del tempo.
Scivolo senza scampo nell’oscurità della vita,
nel vortice della noia,
tra le misere forme della realtà.
Non c’è scelta per il viandante senza meta,
tra ricordi dissolti,
nell’abisso infinito di un addio…
22.05.2010 Ciro Sorrentino
SPECCHI E RIFLESSI .
SENTIRSI STRANAMENTE AMARI ,
CAPIRE GLI ALTRI E LASCIARE
TE STESSO DA UNA PARTE ,
VEDERE IN UN MURO
LA VERA RAGIONE DI VIVERE
E NON SAPERLA RANGIUNGERE ,
NON POTER PARLARE
PER PAURA DI PERDERSI ,
AVERE RAGIONE SU DI
UN FIORE APPASSITO ,
CORRERE SULL’ ARIA E
SCOPRIRE DI NON SAPERE NIENTE ,
RIFLESSI DI SPECCHI NEGLI OCCHI
PER AVERE PIU’ LUCE
E NON AVER PIU’ PAURA ,
CREDERE IN UNA DONNA
ANCHE SE NON ESISTE ,
VEDERE ,NOTARE ,PREGARE
SE TI COSTA CARO ANCHE QUESTO ,
RIFLESSI DI SPECCHI NON SEI ,
IL SOLE TRAMONTA
SULLA TESTA PER GUARDARE
LA VITA SVANIRE NELL’ IMMENSITA’ ,
SENTIRSI MORDERE LA VOCE
DA CHI NON CONOSCI ,
ESSERE STUFI DI TUTTO
E NON CERCARE QUALCOSA
NEI RIFLESSI DI SPECCHI OPACHI .
CARMELO …..2008
DISTANZE
Nell’intricato abisso dei pensieri,
solo indefinibili e illusorie ombre,
e una nebbiosa, indistinta foschia…
Torpore di indicibile e sospeso silenzio,
e smarrita, nello spietato abisso del tempo,
la tremula e impalpabile seduzione del sogno.
Luci ancestrali e archetipiche euritmie,
come schegge adunate di lontani ricordi,
aderiscono al cuore nel sofferto destino.
22.05.2010 Ciro Sorrentino
A MIO PADRE .
DICEMBRE SQUALLIDO ,
LA NEBBIA RISTAGNAVA
FRADICIA SULLE LUCI
DELLA NOTTE SILENZIOSA ,
UN GATTO ACCOVACCIATO
SUI MATTONI FUMAVA
CALDO DAL PELO ARRICCIATO
MENTRE ALL’ OMBRA DI UN
LAMPIONE RANDAGGIO IL
TEMPO COCCOLAVA LA MORTE .
MIO PADRE , UN DISCRETO
FARDELLO DI ANNI ,
STRETTO DALLA CINGHIA
DEL TEMPO ERA CREPATO
COME UN’ OLTRE TROPPO PIENA ,
SENZA MOTIVO ,PALLIDO SUL VISO
USCIVA DALLA SCENA DELLA VITA
COME UN PESCE DALL’ ACQUA .
CASA ERA LONTANA ,
DOPO CINQUANTA CURVE
COPERTA DALLA POLVERE ,
RADA STAVA POVERISSIMA
AD ASPETTARE UN RITORNO ;
L’ USCIO SEMPRE CHIUSO
ERA UNA BARRIERA AI SOGNI ,
COME VI SBATTEVANO SOPRA
CADEVANO RIVERSI E TORTI
TREMANDO TIMIDAMENTE RASSEGNATI .
LUI RITORNAVA CH’ ERA SEMPRE TARDI ,
LASCIAVA IL CAVALLO D’ ACCIAIO
E TORCENDO LE MEMBRA GHIACCIATE
VENIVA SCRICCHIOLANDO VERSO NOI ,
IL PIU’ PICCOLO DI NOI ,UNA BAMBINA ,
SGUSCIAVA DAL VENTRE DI MIA MADRE
E BATTENDO I PIEDINI SUL CEMENTO
SALTAVA NELLE SUE BRACCIA E LI’
DORMIVA COME LA MISERIA
DENTRO AI SUOI STRACCETTI .
NEL CAMINETTO ,TRA IL CREPITIO
DEI TIZZONI LA FIAMMA VINCEVA
LA LUCE ATTACCANDO LE OMBRE
ALLE PARETI SCOLORITE ;
MIO PADRE , APPIATTITO NELLA
SUA OMBRA VACILLAVA LENTAMENTE
CONTRO IL MURO ,ERA GRANDE ,
NON AVEVA PAURA ,
SCIORINAVA FILASTROCCHE DI SANTI
NEI SUOI POVERI PASTI E POI
SFIDAVA DIO CON POCHE DITA….;
IO LO RICORDO ,SOLO DIECI ANNI DOPO ,
ALL’ OMBRA DI UN LAMPIONE ORMAI SPENTO ,
CON L’ INDICE DIRETTO ALLE STELLE ,
ERA FINITO SFIDANTO L’ INFINITO …………….
CARMELO …..2006