dicembre 17, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - Commenti disabilitati su PICCOLI ESSERI dalla raccolta “A Sylvia Plath”
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Da una luna di sogno
vedo il grigiore
della misera terra
che di falsi idoli si veste.
Che strano mondo:
piccoli esseri
ripetono parole
e si illudono di vivere.
Ma cosa festeggiano?
Quale falsa gioia
blandisce le menti
oscurandone il pensiero?
17.12.2014 Ciro Sorrentino
dicembre 17, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - Commenti disabilitati su CARTUCCE DI INCHIOSTRO dalla raccolta “A Sylvia Plath”
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Un pensiero che nasce
cade nella frase
che ne stravolge
l’immediata chiarezza.
Parole declamate
mutano il vero
oscurando segreti
con lusinghevole china.
Cartucce di inchiostro
gelano la mente
in bare infiorettate
per l’umana ignoranza.
In tanta incoscienza
il vero attende
e muore nel cuore
di chi ne è stato custode.
17.12.2014 Ciro Sorrentino
dicembre 17, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - Commenti disabilitati su LE AURORE E I CREPUSCOLI dalla raccolta “A Sylvia Plath”
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Solo le creature terrene
conservano memoria
dell’evanescenza:
l’imprendibile tempo
non ha un prima nè un dopo
– è integra immanente essenza.
Non è realtà l’umana storia
che esplode sulla terra
nel continuo nulla
che sempre si espande
tra vacuità di mare e cielo
che sono illusorio dono degli dèi.
È ridicolo sperare di ipotecare
le aurore e i crepuscoli
negando l’impensabile
che si astiene dall’esistere
da quando dopo il primo scoppio
la natura umana scoprì la sua crudeltà.
17.12.2014 Ciro Sorrentino
dicembre 17, 2014 - Inserito Da Feola Raffaele - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Che buffo essere.
Il grande ed inutile burattinaio,
folle e poi folle di un male incurabile,
poiché gli strani fili non sono visibili
ma son solo parvenze che i grandi del
passato menzionavano come
“Lai del poeta morente”
Guai a colui che descrive sempre e comunque
amori e bellezze con il sapere del nulla,
e mescolando sensazioni e sapori con la stessa
manfrina, tu mia Signora sei colei che più amo
perché con il santo dono dell’ignoranza
che mi fu donato senza parsimonia ora ascolto
cose vere con un cuore sereno,
grazie mia Signora di avermi donato umanità
e il dono della semplicità.
L’uomo sarà presto al mio cospetto e renderà conto
delle ingiurie stolte, io credo in te mia Signora
il tuo cielo è diverso dal mio è prega per l’offensivo
sagace e irruento energumeno, il suo cuore è
ormai spento e costipato di solitudine,
sono certo che tu sarai Colei che mi aiuterà
a capire in questo strano mondo di opportunisti.
.
dicembre 17, 2014 - Inserito Da carmelo - 0 Commenti
Post Categoria: Poesie D'Amore
Oltre le porte chiuse del tempo ,
oltre il rumoreggiare del mare
i pensieri sbattevano irruenti
su colori di carta lucida
immagini sbiaditi di una donna ,
carnagione scura, bocca piena e carnosa,
capelli neri per più di metà , poi rossi fino alle punte.
tutta vestita di nero stringevano le mie paure ,
immagini di dolcezza intensa
colmavano con baci le mie guance .
Riguardare quelle foto la mente
incomincia a rivedere situazioni
strane e incompressibili che
quel corpo di donna vestita di nero
davano al mio cuore impazzito ,
sensazioni profonde , infinite
che tracciavano sul mio corpo
profonde linee di sangue .
Bella nel suo vestito nero
a volte tra le sue caldi abbracci
mi sentivo in bilico su un precipizio
di voragini infiniti senza fondo ,
vibrazioni e sensazioni scorrevano
velocemente sule mie mani ,
un sorriso , un cenno , un bacio
ed io ero trascinato nel suo vortice d’ amore ,
Sentivo la sua voce bisbigliare
“”” TI VOGLIO BENE , TI AMO “”
e io , che solo a guardarla ,mi mischiava
il sangue nella vene tese e rosse ,
estranea , diversa nel suo ridere
trovavo in lei quella purezza
che dai suoi occhi potevo leggerci
dentro senza trovare ombre di dubbio ,
sentivo in me che lei era li …che c’ era
sempre stata nella mia fantasia … ,
misto di desiderio si congiungeva
a quella infantile dolcezza di donna
che solo lei sapeva ispirarmi amore .
Nel suo vestito nero sinuosa e maliarda
mi veniva incontro con quel suo passo felino ,
le braccia aperte si chiudevano ai miei abbracci ,
stretti come in una morsa il suo corpo
si fondeva al mio senza ombra ,
sguardi maliziosi di nuovi desideri
travolgevano le nostre labbra
respirando all’unisono sospiri
che sapevano solo di noi .
oltre le porte del tempo
i suoi sospiri sono rimasti
su queste immagini di carta lucida ,
oltre il rumoreggiare del mare
rimango da solo a pensarla e desiderarla
ancora tra le mie vuote braccia
tutta vestita elegantemente di nero ….
carmmelo ferrè…….17/12/2014
dicembre 17, 2014 - Inserito Da Ciro Sorrentino - Commenti disabilitati su POLICROMI ARLECCHINI dalla raccolta “A Sylvia Plath”
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Chi gestisce
i fili dei fantocci
sul proscenio
che schernisce?
Che inutile farsa
questo vuoto
riempito
di blandizie e chimere!
D’altra essenzialità
sei tu,
ombra ignara
d’ogni parvenza.
Tu sei
sostanza impalpabile
ma più densa
d’una stella spenta.
A te affido
la mia ombra,
a te che sei
fusione di moto e stasi.
17.12.2014 Ciro Sorrentino