Letteratura Poeti Famosi



L’influenza.

Rifletti come si può continuare a resistere
tanto maggiore è l’influenza
io non parlo ai miei compagni
dove vanno forse dietro la locanda.

Per adesso non penso a niente
forse sono l’unico uomo comune
accetto il mistero del fatto successo
senza temere nessuno.

Adesso non devi giudicarmi male
lasciamo sorridere i fedeli
ma come fare se i fatti sono quello che sono
per intere notti senza coraggio.

Ricordi tuo padre senza guardare avanti
la vita ti porta lontano
sola e perfetta
amarezze e certezze.

Tu guardi intorno il muro è distrutto
tante amicizie ci furono in passato
quanto più caro è il mio destino
quanto più seria è la tua amarezza.

E io sono di nuovo al mio posto
vicino casa tua dopo aver pagato
il conto in pizzeria solitario
mi stupisco della mia rabbia
nella galleria vidi il nulla
che nell’animo di un vecchio si incarnò
l’essenza di una donna amata dai familiari.

Sono sincero non mangio bene non rifletto molto
stordito nell’oscurità
come da giovane nel locale
ricordi le emozioni in piazza?

Mi ricordo quando andai da loro
uomo serio svelto
dal motivo ideologico
soli nel confine.

La logica del moderno sistema
a lei i comandamenti
sembrava se ne fosse andata per il viale
in mezzo alla gente.

Ora nel minuto di delusione
sotto un lume di sogni
ripenso al dolore di quel periodo
alla sorella della donna laureata.



ADOLESCENZA .

Scivolano gli occhi chiusi ,
con le braccia aperte cerchi
di catturare l’ essenza dell’ aria che respiri ,
calmo è il volo del pensiero
che con piedi toccano l’erba ,
come fragile primola
aspiri a bocca aperta
il vento della tua adolescenza .
Il sole in lontananza tramonta
e la bellezza che è in te aspira
il ritmo eclatante del piccolo cuore ,
una volta , due volte , tre volte
il piccolo e roseo seno vibra
al respiro quieto di desideri .
Con gli occhi blu guardi la notte
dove risiede il tuo fascino e
percepisci il cielo misterioso
della tua anima innocente ,
sei una piccola luce che vibra
forte e risplende in sogni
che svaniscono e si concretizzano
nel tuo piccolo cuore di adolescenza .

carmine16…..24/06/2017



Sperduta città.

Nella sperduta città
l’odore di morte
senza motivi studiano gli scolari
soli nel binario fantasma.

Perfetta pura come una sera di festa
è la donna del cinema
un sentiero alberato un sogno
in casa un pianto di dolore.

La gente si misura con le forze spirituali
cantano come quelli del coro del teatro
negli scavi degli scienzati
fiori e frutta.

Di sicuro perderemo tempo
da queste parti niente divertimento
un vecchio suona il violino si innamora della primavera
seduto nel suo salone a bere.

Ecco una diceria strana che mi ricordo ora
ecco una doccia prima di uscire un dolore
come parlano male i proprietari dello stabilimento
delle donne belle istruite.

Nella terra nessuno passa
osservano dalle finestre
voci gentili dalla camera da letto
tutta la mattina è stregata.

Nelle loro case nessuno entra
i misteri del prato della villa
abbandonata
lussi e discussioni veloci
gli alberi parlano al sole.

Brutto è il locale dei motociclisti
vivono allegramente
come vivono pochi
anch’io sono figlio dello spirito.



LACRIME….

E’ stato un attimo ,
un solo attimo di sconforto ,
tra lacrime calde segrete
ho rinunciato al tuo cuore ,
alle tue parole sussurrate
nel mio silenzioso pianto .
Si , il cielo l’ho guardato
ed era il tuo stesso cielo
dove le lacrime dei tuoi occhi
si congiungevano con le mie ,
lacrime luminose ,grandi sincere
dove la solitudine riflette
le tue lacrime nascoste .
In queste calde lacrime
c’ è la tua forza e la mia debolezza ,
c’ è il tuo respiro profondo e
un pezzo del mio cuore
che si disperde e si annulla sul tuo petto .
La voglia di essere nei tuoi sogni,
la malinconia dei tuoi sorrisi
si confondono in lacrime
che hanno solo bisogno di essere asciugate ,
lacrime che fanno venire voglia
di far piangere anche te
mentre mi stringi per l’ ultima volta a te .

carmine16….21/06/2017



Discutere.

Abitavamo a Milano da tempo
col freddo la sete la voglia
adesso sempre da sola
per incontrare una sua amica simpatica.

Dormivo quando la gente
usciva a divertirsi
e mi perdevo in un gelido incubo
orrendo.

Vicino alla mia casa nessuno
solo il rumore immaginario
sulla città ombre oscure
che camminavano di notte.

Certe volte la gente non ascolta
mente e si rifugia
numero trenta numero magico
ma io non mi arrendo sono felice.

Ad un tratto mi avvicinai alla scogliera
le persone riunite parlavano fra loro
il cane correva nel cortile
vicino al giardino.

D’inverno le voci mi perseguitavano
io mi lasciavo plagiare
debole e senza coraggio
bevevo un poco di birra.

Ricordando le profezie
e le bugie delle sorelle
amavo la malinconia
dell’Italia
le serate solitarie.

Capendo ogni situazione
motivo pieno di gioia
solo e pieno di nostalgia
amici fedeli.

Non viveva in loro il male
servire era il loro mestiere
le buone intenzioni dei discepoli
parlavano come brava gente.

Seduti sopra il muro di sera confusi
tutti da soli tutti intelligenti
ragazze e vecchie cucivano gli abiti
come antiche sarte premurose.

Milano ci piaceva tanto
vivere nel ricordo difficile
rilassati e soli in casa
noi uscivamo per delle ore.

La pioggia era forte quel giorno
e nel sentiero solo indifferenza
dolore nel mio evolvermi
pane fresco sul tavolo
le donne amano discutere.



Cuore ed anima.


Cuore e anima.

Che forse sia l’umor tendezioso
e sofferto, ma dimmi cuor come
posso tacere se la malferma e mia
indisponente anima, superba e
capricciosa, nulla seppe
dell’amore e dei suoi mille sussurri,
non son solo lamenti di una perduta
pace, ma incompresi e perduti palpiti.

Improvvisa una giocosa e copiosa
pioggia, sottile e penetrante come
lacrime vien giù, e i tuoi occhi
dolenti e distorti assumono strani vezzi
a me incompresi,ti prego cor mio
non pensare ai gioiosi ricordi di una
ombrosa anima, io l’amo tal donna
e mai compresi il castigo di un addio.

Raffaele Feola Balsamo