Cogito, ergo loquor

Pericoli nell’udienza

delle mie parole

sono in attesa confinata,

raggelano anche le paure

che prova un uomo inerme,

associati alla scherma

delle idee inconfessate.

Timori nell’ascolto

delle mie burle

sono in spazio breve,

costringono silenti profezie

che legge un uomo saggio,

ancorati alla vanagloria

di amori forsennati.

Si chiede il folle esuberante

se un divieto l’attende

o l’inganno s’estende.

Pericula currunt,

permanent verba.

 



Adulterio

I sogni sono i miei,

 

non degli altri.

 

 

Ho vivacità, vitalità.

 

e li ripropongo

 

con cattiveria

 

ai miei pensieri.

 

 

Sogno, curioso

 

perché non dormo.



Di nuovo Fata, di nuovo Poeta

E la Fata tornò
su ali iridescenti di ricordi
al suo Poeta si protese
levando in alto il suo sorriso
 
Chiamando a gran voce
ella invocò il suo Amore
cantando strofe d’illusione
e tornando a Fantàsia
 
Il Poeta era là
nelle ceneri di tristi pensieri
il grigiore inghiottiva il suo presente
ed egli non aveva speranza
 
Levò lo sguardo alla luce
ascoltando il canto che riconosceva
l’azzurro mondo tornò ai suoi occhi
ed egli pianse lacrime di gioia
 
La sua Fata gli era dinnanzi
con un sorriso di eterno Amore
perché ella non aveva mai dimenticato
l’Amore del suo cuore, il suo Poeta


Destrezza

Resto silenzioso, un insulto ai tuoi pensieri

erti che non sanno sacrificarsi.

Sbiancano le mani per omertà d’idee,

una risposta che sa tacere nella brace degli occhi.

T’amo ancora, lo direi per onestà labile e confusa

delle parole lasciate libere, senza conforto di un inganno.

T’amo ancora, lo ripeterei per ammissione d’una sconfitta,

dei tentativi di far destrezza,senza la scontata risposta del cuore.

Un insulto saggio ai tuoi pensieri, resto anch’io silenzioso.



mite tempo

 

 

 

 

Non pensarmi più non rinnegarti

Odiarsi come dopo una lite furibonda

Non commiserarti non lamentarti

Amarsi  nascondersi dopo una nottata dura

E ricominciare a vivere dopo anni di tristezza

Dove il tuo amore per lui era cosa insolita

Accendere questo dramma irraggiungibile

Mentre avanza ogni dittatura non corrisposta della realtà

Perdersi nel buio e nell’oltre tomba

Perdersi come un ricco uomo senza fortuna

E non guardarsi e pensarsi

Con i bambini piccoli e la domestica in casa

E poi ripensare alle romantiche cene e agli sguardi intensi all’amico del cuore

E alle sere nei locali

Al potere e all’amore

Esprimere il dilemma

Di ciò che adorerei e di ciò che

 lasciai a metà e non completai all’ultimo minuto

Della tua grande maturità e del tuo impero

del tuo corpo

Di cuoio e di candida neve

E nessuno potrà rievocare questo mite tempo.

 

Federico Marino



Nella notte

 

 

 

 

Guardavi  pensavi , cosa  ne sarebbe stato di noi 

In questo anno difficile della nostra esistenza

Dopo che  portammo colori e pennelli nella stanza

  affetti e ricordi.

Nella sera la pioggia bagnava le gradinate

e nella notte si intravidero le carrozze giungere da lontano

                                                             dove eravamo nella notte di burrasca

si notavano donne senza vesti che lottavano contro gli amanti

dame vestite in nero dentro i letamai

che donavano spezie ai bambini defunti

vi erano studenti lungo i corridoi di gesso

e la morte che esultava la vittoria, contarono

e cantarono così tanto che gli arrossì la gola

fino a che  non trovarono più la strada verso il ritorno.