Tornado nell’anima

Con il cuore in mano
sono qui a chiederti Amore
una carezza per darmi forza
un bacio per farmi vivere

Trovo le parole
nella selva di sensazioni
che affollano la mia mente
il pensiero di te mi sconvolge

Sei un tornado nell’anima
spazzi il mio essere
e lasci solo dolcezza e Amore
dietro di te solo prati fioriti

Rinasco tra le tue braccia
quando mi stringi al cuore
lo sento battere forte
e mi sento parte di te

Guardo il cielo notturno
mentre divaga un pensiero
e il mio bisogno di te
diventa la luce del giorno che nasce



NEL MIO LUMINOSO BUIO…

 Ancora fuggo l’inverno,

e cerco la tua scia,

il dolce profumo

che si versa sulla riva,

mentre il fuoco

divora le ombre.

 

Nello sfavillante vapore,

soave e leggera,

si libera la tua immagine,

gelosamente custodita

come pietra miliare

nella mia divisa esistenza.

 

Sono nel mio luminoso buio,

estrema primavera

quando sboccia una rosa,

l’unico fiore azzurro,

integro e puro,

perfezione della tua essenza.

 

Ahi amore mio,

tu sola rallegri questa terra,

colorando i freddi cristalli,

la mia anima che cerca

e si bagna di nero inchiostro

per effigiare la tua bellezza.

 

Vivo nel freddo silenzio,

senza mantelli,

e mi abbandono

nella pioggia torrenziale,

per ritrovarmi… 

con il cuore nelle tue mani.

 

Oh mio solitario limbo,

voglio restare così,

aspettando come un veliero

che s’alzi il vento

per correre verso l’isola più bella,

lì dove Lei cresce in me.

 

Gioisco nella deserta scia,

sorrido come naufrago

che vede la Terra e crede,

e più s’affretta

tra pericolose onde

per raggiungere la sua amata.

 

05.09.2011 CIRO SORRENTINO



Lei tanto grande si sta rivelando. Antonia Mesina, Beata. 20 aprile 2006

“Il permanente arder della mia storia           1

mi sfila stamattina nella mente,

e non discerno il male dalla gloria.

Pregare sol desidero al presente 
m’inginocchio e lascio quel pensare: 
per desiderio invischiante e potente
“Sarà tormenta? Mi posso fidare?”, 
soltanto male dal demolitore:
dal bene mi vorrà or allontanare?

Pregando, mi concentro sul Signore 
e così allontanar le belve fiere; 
oppresso sempre più son da malore 
di liberarmi, chiedo, per piacere 
dalla burrasca che costringe in fiordo: 
e pretendere corazza per dovere.

Accolgo la preghiera e non ricordo 
il martellare di mezzora prima; 
massima quiete ora domina a bordo 
da quando volo e canto in buona rima 
il rosario al cuore stringo forte: 
con sentimenti profondi di stima.

Restando in preghiera e buona Corte 
il corpo dalla stanza va fuggendo 
anche la mente nella stessa sorte; 
non capisco e null’altro pretendo 
così vado la schiena sollevando: 
e sull’Antonia in foto sto piangendo.

L’emozione e pianto accompagnando 
col rosario in cuore, certo, vinco 
e mentre sorte si sta completando 
d’ogni movimento mi convinco 
di libero volare l’infinito 
librandomi, senza muovere stinco.

Senza nessun appoggio e dipartito 
volando via da casa e dalle pene 
d’ogni male, mi sono oggi pentito 
perché con te sto veramente bene 
qui, nel meraviglioso universale: 
godendo il sublime che contiene.

Vivo la pace lontano dal male 
sfilando per l’amore che or ammiro: 
nell’infinita parata trionfale; 
coinvolto totalmente in questo giro: 
lontano, rimando quel che sento 
di te, pur avvertendone respiro.

Totalmente ripeto che mi pento 
nulla esiste di tanto importante 
amor ricevo e amore rappresento 
nello sferato viver dell’istante 
e ben così potermi rinforzare 
dal proferir d’amore dell’amante.

Ciò che sto ricevendo in me traspare 
per il dissolvimento dei tormenti 
e santo amore accolgo dall’altare 
da trasmettere in dì di patimenti; 
ma improvviso emerge il presagire: 
del travolgere da sconvolgimenti.

Alla Beata Antonia solo ambire 
che abbandonare mi fa lì l’umano 
lasciamo anche la stanza per fuggire 
dimenticando il corpo mio lontano; 
nell’amore vivo e credo solamente: 
con l’aver dato ad Antonia la mano.

Più nulla mi comanda ora la mente 
per straordinaria influenza spirituale
e solcando l’universo veramente 
a tal velocità ch’é d’irreale: 
mi ritrovo su un verde paesaggio 
che mi é sconosciuto, ma é reale.

Mi rende qui l’Antonia bell’omaggio
ritrovandola meravigliosa e bella 
e con stupore colgo tal passaggio 
per brillanza ch’é simile a stella; 
mentre nella boscaglia cerca legna 
con un’amica, pur lei giovincella.

Capisco, questo a loro vita insegna 
perciò le vedo ora in verde collina 
sudando per lavoro che le impegna; 
all’amica del cuor resta vicina 
nell’impervia e boscosa campagna: 
ma d’improvviso, strada sbarra spina.

A quello nessun altro l’accompagna; 
reagisce giovanile istinto fiero 
capiscono, qualcosa lì ristagna: 
e per non intorbidir pensiero 
timore dimostrato non gli hanno; 
ma in sua mente, c’é sol siero nero.

E presagendo di subire danno 
per la strana inconsueta presenza 
dai loro cuori allora emerge affanno 
e al rivelar della sua mal volenza 
cercan velocemente di fuggire: 
ma di loro ha pregustato essenza.

Ora alla preda sol lui vuole ambire 
e lo rivela con tremendo ardore 
senza null’altro riuscire a sentire; 
raggiunta é la colomba dall’astore, 
d’imporsi cerca sol sulla virtuosa 
che non s’arrende, per salvar l’onore.

Reagisce lei gagliarda e senza posa 
all’agire prepotente e maledetto; 
“dal male infettare della rosa”: 
che dell’amore non conosce il detto, 
con tempestoso ardore van lottando: 
dandogli al mattino un nuovo aspetto.

Lei tanto grande si sta rivelando
e con quel combatter senza fine:
nell’infinito si sta rifugiando; 
l’averlo capito le mal spine 
“la pazienza alla rosa van togliendo”: 
facendogli svanire ogni confine.

Dominato dal Male, sta cedendo 
e dal non sopportar reazione ardita 
che in modo chiaro, la sta lì subendo 
brutalmente vuole chiudere partita; 
raccoglie una pietra, e con man tosta 
con forza, la colpisce e stronca vita.

E’ assurta con la morte all’alta posta 
integro é rimasto quel bel fiore 
e il mal veloce la fuga s’imposta 
per liberarsi così dell’ardore; 
ma chi gli leverà più quel tormento? 
Negli occhi dell’amica, l’imposto-re.

Lei mi ha trasportato nell’evento 
per l’infinito, fino all’altipiano 
al centro, ritrovandomi del vento 
per subirmi i colpi del malsano, 
e tutto ciò che lei ha sopportato: 
viverlo ho dovuto da soprano.

Per ciò che mi é stato oggi donato 
nell’ora, spero, santa e benedetta 
dal lacrimare, il collo si é bagnato;
la stanza ancora mi resta interdetta, 
soffrendo con dolo e cuore affranto: 
colpito par che m’abbia una saetta.

Stravolto dall’affrontar sì tanto 
nel giorno che ancora non comprendo 
affermo con certezza che quel pianto 
é nato dal cuore, e lo riprendo 
pur se provocato da una piena: 
e finalmente meglio ora m’apprendo.

“L’imprevisto vissuto della scena 
dovrebbe capitare ad ogni mente 
é senza fine, ma di buona lena 
dà conoscenza e ritorni cosciente; 
abbiamo cura d’accogliere l’invito 
per consegnarci in vita a miglior ente.

Rammentare ritengo quel convito: 
dal vedere accogliere e pur dare 
davvero, penso d’aver concepito 
ed ora il bene, così, voglio cantare 
e dunque ad alta voce ancor ripeto:
lo sguardo fisso resti sull’Altare”.                       159

 



E SCRIVO …..


E scrivo sulle bianche dune
racconti e favole incantate e
chì leggerà sulle pareti del tempo
si ricorderà di un sussurro del vento .
E scrivo sulle sabbie rovente
gli amori di mille cuori e
chì con il cuore leggerà
saprà cos’ è soffrire d’ amore .
E scrivo nell’ anima innocente
la storia di me e di te e
chì conoscerà la nostra felicità
troverà la pace del sorriso .
E scrivo sulle nuvole la vita
di giorni pieni d’ amore e
chì di solitudine vive
non sarà più solo .
E scrivo , scrivo la gioia ,
il dolore , l’ amore … , e
chì mi dirà che non sono un poeta
io regalerò a loro i miei sentimenti
racchiusi in un foglio di carta bianca …. 
    ferrè  carmelo …..02/09/2011

 



IN NOVEMBRE !!!


Eri attaccato ad un albero , amico mio ,
lo sapevi che siamo in novembre ? .
Si , lo sapevi ,
sei caduto così, insieme a tanti altri ,
in mezzo a tanti amici scomparsi ,
ti sei lasciato cadere senza opporti ,
perchè sapevi che ormai siamo in novenbre .
Prima quando non lo sapevi ,
ti aggrappavi con le unghie a quella corteccia bagnata
delle tue coppiose lacrime di dolore ,
un giorno una goccia di pioggia passandoti accanto
ti ha sussurrato che era vero , che era proprio novembre 
e allora hai lasciato che il vento decidesse la tua fine ,
che , in pratica decidesse dove dovessi morire ,
dove dovessi marcire .
Avevi anche sentito dire che quando saresti caduto
avresti fatto da concime per quelli che ti avrebbero seguito e
tu non avevi nessuna intenzione di fare da concime  per gli altri
poiche non hai mai avuta nessuna fiducia in loro.
Tu non puoi credere che faranno
l’ albero più verde e più bello
di come lo hai fatto tu…..
Ma invece è proprio così ,
lo faranno molto  più verde , molto pià bello del tuo ,
sarà cosi bello che la primavera che verrà
sarà la più lunga e calda che si sia mai vista e
l’ autunno non verrà mai più ,
vedi , amico mio , 
quande cose possono succedere in novembre ?
     carmelo  ferrè……….10/02/2010  



GRAZIE FATA DEL TUO “PRESENTE”…

 L’ultima stilla,

ansimante e lucente,

avanza sciolta

 nel mio diluvio

d’intensa amarezza,

ardendo l’infinito.

 

Le tue labbra,

sono seducenti anse,

porte senza tempo,

che donano

amabile assenso

o doloroso diniego.

 

Ansimante ti guardo,

e ancora ritrovo

il sorriso che sbriciola

l’incrollabile parete,

la fastidiosa barriera

all’amore.

 

Cerco parole del cuore

per darti un bacio

d’eterno sigillo,

e sfioro il tuo viso,

cristallo di fata,

che hai preso il mio cuore.

 

Vorrei deviare il tempo,

revocare le distanze,

stringerti a me,

sentire il brivido

l’intensa vibrazione

 del tuo ardente respiro.

 

04.09.2011 CIRO SORRENTINO