NON LASCIARMI .

E’ nel vento disteso
dei miei respirird1017-magic-moment-posters
che affonderò la rabbia ,
è nel tempo passato
dei miei ricordi
che cancellerò te ,
ma tu pulsami dentro
pià forte che puoi
e non lasciarmi andare via .

E’ nella sera buia
della mia anima
che piangerò silenzioso ,
è nelle albe solitarie
dei miei vuoti giorni
che ti ricorderò ,
ma tu pulsami dentro
fino a farmi male
e non lasciarmi andare via .

E’ nei tramonti di fuoco
della mia bocca
che spargerò sale ,
è nella mente imbrociato
dei miei tristi pensieri
ti ritroverò sul mio cuore ,
ma tu pulsami dentro
dolcemente con il tuo amore
e non lasciarmi morire senza di te .

Carmine16….28/09/2016



TENERAMENTE

Sei entrato nel mio cuore ,
teneramente ,
senza bussare ,
senza parlare hai scombusolato
il mio pensiero
e ora non so che dire ,lacrime-1
l’ aria che profuma
del tuo fievole alito ,
teneramente ,
invissibile e vago ,
senza fare rumore
imprigiona il mio corpo ,
sei una meraviglia ,
teneramente ,
luce di sole
irrazionale nei miei occhi ,
i tuoi occhi che incrociano i miei
e l’ emozione si tinge di rosso ,
sei sangue nelle mie vene ,
teneramente ,
una calda carezza ,
un tenero e affettuoso bacio
teneramente ti amo ,
teneramente coccoliamo
questo nostro stupendo amore ….
teneramente .

carmine16…25/09/2016



La mia città.


La mia città

Che dir della mia città,
porta sole e acqua ed è mai quieta,
spesso irrita e arruffa con
dir diversi e profani,
non ebbi grandi amici, ne
grandi amori ma volli e vissi
senza pretese e senza
eccelse virtù.

I suoi erranti e straordinari
pastori mai ebbero a terminare l’ incanto
della transumanza, ovvero
il su e giù da un pascolo all’altro
con infinite bestie docili e pacate,
l’erba del vicino è sempre più alta.

Nulla è cambiato, noi esseri
umani coinvolti e taciturni transumiamo
anche noi, in altre città
siamo erranti, e fa nulla
se l’erba non è verde
importa solo tenerci in vita,
in dote abbiamo la sana
rassegnazione dell’afflizione,
ma dai la cultura è sclerotica
e a volte è ineffabile,
mai godremo del pregio
della pura amicizia,
eppur siamo vivi e procreiamo.

Dai la vita e cosi è bella,
ma cibo e commenti
mai ebbero a mancare
all’ora del meritato pranzo,
che desolante
avventura vivere
e morire nella mia città.

Raffaele Feola.



Immaginazione.

Immagginazione

Il tuo viso,
il tuo corpo,
il mio cuore
è agitato,
ti bramo.

Son sulle rive
del fiume,
l’acqua,
è cosparsa
di viole e
petali di rose,
con il capo
reclino
su un pruno
doloroso
ti aspetto.

Sussurra
il vento,
i rami
si flettono
come a voler
lambire
il mio fronte
inquieto,
pone buoni
auspici alla
mia attesa.

La luna è
nel pozzo,
il tempo,
mi appartiene
aspetto,
auspico.

Vivo,
l’amore
è forza,
il sole è luce,
ho la gota
cosparsa
di zefiro
fragrante,
tu ci sei,
sei realtà
verrai.

Raffaele Feola.



La vita e la morte.

La vita e la morte

Rubicondi e insensati codardi,
che pensieri vi trastulla?
forse è l’inedia di un
involontario e misero fare,
ma qual essere è cosi deprimente
da pensar che l’indifferente vita
non sia sovrana di chiunque
abbia da definirsi vivente.

Miseri noi la cui prepotente
esuberanza altri non è che
il volgere a un ingrato turpiloquio,
ove verità e frivolezze
si alternano consapevoli
di non essere altro che ombre nel buio,
visibili solo a color che mai vissero
e mai poterono intendere.

Lesina pure ingrata esistenza,
i giusti non temono,
anche se l’ombra fosca a volte
colpisce e oltraggia innocenti,
colpevoli solo di voler garbare
cuori affranti e disorientati.

Sii benevola e non lesinare nel conceder,
spesso la vita sopravvive alla morte
e a nulla puoi nell’opporti,
il Dio dell’ universo
e il re del dell’ombra e ci trastulla
nella consapevolezza che un giorno
la flebile fiamma delle vita si estinguerà.

Raffaele Feola.



L’Altare.

<strong>
L’altare

E’ spoglio questo altare mia cara,
non vedo croci, ne coppe dorate,
e non vi sono bianchi tessuti ricamati
da perpetue devote,
come può il prete officiare
la Santa Messa, parlar di te
e del tuo amore per il nostro buon Dio.

Vagheggiante è il pensar
alla vita ed alla morte,
l’uomo abbietto strugge e degrada,
ma non uccide,
colpisce e ferisce,
e le lacerazioni son sanguigne,
e pur caldeggia il perfido
mendace amore nell’antico sognare.

Il Giuda ingannatore partecipa
alla dolente armonia
del tuo inebriante imbroglio,
bendato dal suo velo nero
e diletto dal falso proporsi,
ma il grande traghettatore Caronte
è in attesa e impreca,
egli è impaziente del tuo arrivo,
tu e la tua fatale euforia
vivrete l’incubo del girone Dantesco,
nella bolgia degli ipocriti
e dei seminatori di discordie.

Raffaele Feola.