L’altare.

L’altare.

E’ spoglio questo altare mia cara,
non vedo croci, ne coppe dorate,
e non vi sono bianchi tessuti ricamati
da perpetue devote,
come può il prete officiare
la Santa Messa, parlar di te
e del tuo amore per il nostro buon Dio.

Vagheggiante è il pensar
alla vita ed alla morte,
l’uomo abbietto strugge e degrada,
ma non uccide,
colpisce e ferisce,
e le lacerazioni son sanguigne,
e pur caldeggia il perfido
mendace amore nell’antico sognare.

Il Giuda ingannatore partecipa
alla dolente armonia
del tuo inebriante imbroglio,
bendato dal suo velo nero
e diletto dal falso proporsi,
ma il grande traghettatore Caronte
è in attesa e impreca,
egli è impaziente del tuo arrivo,
tu e la tua fatale euforia
vivrete l’incubo del girone Dantesco,
nella bolgia degli ipocriti
e dei seminatori di discordie.

.



RAGGI D’ORO E D’AMORE dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Quanta distanza, amore,

ma quanta immensa gioia

nell’immergermi

nell’oceano dei tuoi versi.

 

Ascolto la tua voce,

l’onda d’amore

e la tempesta di fiori

della tua primavera eterna.

 

Sopra di me si affollano

ostili le nuvole,

ma invano tendono

l’assedio al nostro giardino.

 

10.11.2014 Ciro Sorrentino



UNA VOCE ANONIMA dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Sarò verbo dell’anima,

specchio di versi

che vanno e tornano

dicendo il tuo infinito candore.

 

Un pianto di solitudine

sarà la mia voce

che di dolori è colma

senza il tuo giovane respiro.

 

Ti cercherò ovunque

nelle rose e nei tulipani

in ogni fiore che reca

vermigli i palloncini colorati.

 

Non mi giunge più niente

nell’altalenante vita

che senza canti e melodie

tutto ghermisce nella foresta.

 

Resto così, abbracciato

a una voce anonima

al tuo viso di polvere

sostanza di stella che amo.

 

10.11.2014 Ciro Sorrentino



UNA PIENA DI PIUME dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Nel dolce conforto

del tuo fresco respiro

sempre trovo

la forza per rialzarmi

come fa il girasole

toccato dall’ardente Sole.

 

La tua pura armonia

s’apre nella gioia

d’un volo d’uccelli

e si scioglie

nella misera mente

come un fiume di piume.

 

10.11.2014 Ciro Sorrentino



CHIAMAMI! dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

A lungo ho viaggiato

tra sinuose vie

invano amando

le albe dopo i crepuscoli.

 

Anche stanotte,

nel buio della foresta

cerco e non trovo

gli ori della tua cattedrale.

 

Amore mio,

quando l’ultimo fiore

avrà perso i petali,

nel grande silenzio, chiamami.

 

Chiamami!

 

E ai miei stanchi occhi

mostra la lucerna accesa

perchè nella tremante fiamma

io scopra la tua ombra.

 

10.11.2014 Ciro Sorrentino



IL MANICHINO .

Questa sera
fa un freddo
che anche
l’ alito si ghiaccia ,
fiocchi di neve
sulle mani ,
sento bisogno
di averti con me .
Strade deserte
e i fiocchi
di neve
sulla mia faccia ,
il silenzio
fa compagnia
ai miei pensieri
che vanno
a braccetto con
la mia solitudine .
I passi lenti
affondano
nella bianca
neve ,
mi fermo
davanti a una vetrina
di abbigliamenti ,
luci rosse
oltre il vetro
illuminano
un esile corpo ,
alta , slanciata
capelli biondi ,
giaccone di pelle nera
con una gonna
da mozza fiato .
Sola nella sua
fredda vetrina sembra
che stia aspettando
qualcuno ,
bella con
un viso d’ angelo
con due labbra
che accennano
un vago sorriso .
Sembra che
quello sorriso
sia rivolto a me ,
che strano….assomiglia
stranamente a lei
e sento che ora
avrei bisogno
di un suo abbraccio ,
La oltre la vetrina
quella figura immobile
mi riporta il suo amore ,
la neve si fa più fitta
e i pensieri si fanno
più pesanti ,
mi volto intorno
non c’è nessuno ,
siamo soli io e lei
un manichino
con fattezze di donna
che mi sorride
oltre quella vetrina..
per un attimo sorrido
senza pensare e
con la mano
le faccio ciao
mentre mi allontano
nel buio di questa
strana notte di neve .
carmelo ferrè…./11/11/2014