IL TUO DIVINO CANTO dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Alla tua nascita

il mondo

si riempì di sorrisi.

 

L’anonima alba

prese il tuo nome

e si sparse ovunque.

 

Sylvia, oh Sylvia,

sorridimi

e cerca la mia mente.

 

Sorridi e inebriami

di gioia e fiori

con il tuo divino canto.

 

12.11.2014 Ciro Sorrentino



I ponti.

I ponti.

Son cosi estasiato dal comprendere
che del di tutto un po’ non deturpa,
il freddo e il caldo, l’autunno e la primavera,
e quant’acqua è trascorsa sotto questi strani ponti
ricurvi e antichi, ma sempre belli.

Sorrido silenzioso nel rimirar gli strani alberi
che si addossano l’uno all’altro come avvinti
da strane folli allegrie, spaventando e poi
rallegrando i miei ricordi,
che pur si deliziano da tal immutabile paesaggio
sempre uguale e testimone
di tante storie d’amore e di addii.

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LA STAGIONE DEI FIORI dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Il tremito della vita

si riversò in te

nel fiume di luce e canto.

 

Sigillasti la storia

siglando il verbo

con le tue mani di gioia.

 

Nelle limpide acque

della tua notte

s’apri la stagione dei fiori.

 

12.11.2014 Ciro Sorrentino



IL TEMPO DELLA STASI dalla raccolta “A Sylvia Plath”

  Di tutti gli dei

tu sei l’incarnazione

la vergine fiorita

sul trono dell’adorazione.

 

Dall’aurora al tramonto

la tua onda di luce

giunge segreta

alla mia terra e sorride.

 

Ho timore di perderti

di perdere il tuo sale

la scienza d’un tempo antico

il tempo della Stasi.

 

12.11.2014 Ciro Sorrentino



Quanta ansiosa paura.

Quanta ansiosa paura.

Quanta ansia nell’aprire i miei occhi al mattino,
mi spaventa la sua luce, i primi brusii della gente,
e le sue grida rabbiose e frenetiche,
e man mano che il tempo trascorre la mia angoscia accresce ,
e mi avviluppa una strana paura, e mi celo pavido
sotto le bianche lenzuola, esse so che mi proteggeranno
dalla mia strana inquietudine, Dio mio che conforto.

Poi un leggero soffio di vento mi trasmette forza,
volontà e come un risorgere da un lungo sonno
mi levo dal mio sepolcro, come fosse il giorno
del grande risveglio, ma il buio torna,
inquietante, minaccioso, e mi avvolge,
egli ormai ha compreso la fine del mio coraggio
e l’inizio del non ritorno, l’ultima meravigliosa luna
ha lasciato un filo di speranza al mio futuro tenebroso.

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NELLE SEGRETE DELL’ABISSO dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Nell’immensa tristezza

sono il naufrago

che vuole il sale

della granitica roccia.

 

Cerco la rosa dei venti

stelo e riparo

che dia approdo

ai petali abbandonati.

 

Mia è la disperazione

e la pena del cuore

abbandonato

nelle segrete dell’abisso.

 

12.11.2014 Ciro Sorrentino