Quanto stupore.


Quanto stupore.

Quanto stupore …
ma no e un sorriso,
vedo stupendi velluti
sul tuo corpo,
forse saranno rari e preziosi,
quanto blu e rosso
e quanti colori,
mai oserei toccarti
sei un fiore
da coltivare non da cogliere.

Ma tu non lacerare il mio
eterno sogno,
non potrei vivere senza
di esso, temo il tuo addio.

Alzo gli occhi umidi al cielo
e quante stelle,
colme di prodigi scendono
giù per capriccio
e i miei occhi avvezzi d’amor
inutilmente ne afferrano
la scia luminosa.

Raffaele Feola.



Solo ora.

Solo ora

Irresoluto,
ti amo
è vacuità,
ho lenimento,
ma è inezia,
che astrusità.

Ci appressiamo,
ma discosti,
che folle
affetto.

E’ solo malia,
senza antico
solo ora,
solo tu amore,
ti amo.

Raffaele Feola.



Dire e non dire…

Dire e …non dire

 

Le frasi più vere
son quelle che sfuggono,
il volto coperto dalle grandi mani
e con l’ingannevole silenzio
ispira cose
semplici è logorroiche,
nel raccontare
dei vangeli, pane al pane,
porgi l’altra guancia,
dente per dente,
a che strano gioco si ispira ciò?

 

Io sono e vorrò essere
chi mescola le carte
della mia vita,
ma le regole son del Signore,
la vita è solo la conferma
della morte, solo Lui decide.

 

Raffaele Feola Balsamo.

 



Io e lui.

Io e lui

Per giungere
in codesto villaggio,
ho persuaso
il cuor di un
codardo corpo
a non temer
sventure e disagi,
e dir lui che
che il vento
che aleggia
in tal posto,
ha sapore di rose,
colori brillanti,
focosi, come le
donne in attesa
di amorevolezze.

Come puoi
cuor mio
palpitar d’amore
senza aver chiaro
il volto di chi amare,
e volerla condurla
con te nel mondo
di coloro che mai
ebbero a capir
la differenza
fra luce e buio,
buio e luce.

Dimmi qual pensieri
sfiorano il tuo animo
e ricorda che
io ti porto da sempre
nel mio petto,
non dico riconoscenza,
ma almeno che tu abbia
rispetto di me.

Debbo a tutti qualcosa
del mio vivere,
dunque anche a te devo
vita e amore
cuor mio
non scordarlo,
e ti prego sii felice,
per te e per me.

Raffaele Feola.



Lentamente la vita.

Lentamente…la vita.

Piano …lentamente,
conobbi, ma non vidi,
felicità e letizia,
solo indugio e rumori,
fruscii di abiti di seta,
scarpe dalle zeppe alte
cadere sull’assito
di legno antico,
respiri profondi e fremiti,
poi strani sapori di amaro.

L’amore non c’è,
è solo turbamento inerte,
quel dipinto di fronte
al grande letto,
muta sempre il suo paesaggio,
ma le stagioni son uguali
stinge solo il suo colore.

Son caldo di passione ma penso…
potrà reggere al tempo il mio
“ sempre uguale “
forse no,
morirò poco per volta,
lentamente, ma che fa
malgrado tutto non sono solo.

Raffaele Feola.



L’Anima.

L’anima

L’anima è allegra,
lieta nella sua digressione,
piange raramente
e si affligge poco, ma irrita,
e prende quel che vuole.

Io testardo non voglio
e mi oppongo e la ferisco
con il mio orgoglio.

Sanguina ma poi rifiorisce
e sorride perché ella sa
di essere perpetua.

Il mio corpo bluffa di non
sapere e si allontana,
egli teme l’ anima
che non condivide
il suo spasmo e il suo soffrire.

La mia materia fugge
veloce con il capo
riverso all’ingiù ed
osserva i cenci che ricoprono
la figura opaca e trasandata,
del suo aspetto e spesso
ciò crea livore poiché
l’anima si cela in esso,
e si appartengono
nel bene e nel male.

Raffaele Feola.