Il vecchio albero.

Il vecchio albero.

L’ombra di un grande albero
in una notte fonda
è come il mostro dei nostri sogni,
e con esso vive l’incubo di portar
a termine l’ingrato compito di vivere.

Amor mio non sono
che legna da ardere,
eppur sfamo ancora
piccoli esseri,
li ospito e li proteggo,
ma che frutti dà un esile ramoscello
perso nella tempesta della vita,
egli nacque già sterile ed è
solo rifugio di riposo per gli
stanchi piccoli vermi.

Sii generosa finisci ciò che
il destino ha iniziato,
uccidi ma non umiliare
ciò che spetta a tutti
con equa imparzialità,
viva, viva la vita
e i suoi ridicoli profeti
che urlano incolte
e ridicole profezie.



Sospiri e null’altro.

Sospiri e null’altro.

Amor che di sospiri vissi
e null’altro,
dimmi tu
che percorso potei fare
per giungere in tal cuore,
a volte rappreso,
e a volte turbante,
no amor mio
io che di vita ebbi piacere,
ma di morte ebbi a godere,
mai potetti giungere
nel tuo Universo fasullo,
distratto e senza canti.

Raffaele Feola



Tu non venisti né mai ritornerai

Amore che con cuore e fiore rimi
nel corteggiarti la vita consumai
slancio tenero del sogno audace
la mia forza indomita eri
poi le tue promesse disciolte
nel nulla e il mio andar solo!
Dimmi, in che sbagliai
se vano dappertutto ti cercai?
Un errore, un altro e poi ancora
oh me asino insistente e cocciuto
che dietro nuvole farneticando
con te lunghi discorsi allacciava
per reggere con ragione una vita
pesante di angosce e di tristezze!
Paradiso, purgatorio o inferno
pur tu a bada tenevi pensieri neri
quando una speranza si allentava.

Premio mai ricevuto, boccio acerbo
o mai spuntato dalla pietra
lava raffreddata, bugia ripetuta
sbatter d’ali impallinato!
Oh domino che cuori padroneggi
quanto ben poco mi sorridesti;
raggio di luce non fendesti
la muraglia di nebbie e a voce alta
non potei gridare:- Sta arrivando
mi acceca e per me splende amore!-
La vita abbastanza non dura
per attenderti negli anni ancora
tutte le macchie una volta fiorite
or son distese desertiche
e tu albero della vita
non hai più radici nè fioriture!

Zitte cornacchie cianciose
la morte è qui vicina, zitte  
io vivo appena e non per sempre..



I grandi racconti dei piccoli uomini.

I grandi racconti dei piccoli uomini.

Quanto amore fra i complici fruscii
di un verde cosparso di bianche foschie,
e la luna sorridente e dispettosa
si riflette in quello specchio d’acqua
scuro e avvelenato dall’uomo che tanto
parla d’amore e idilli mai avvenuti.

Fa fatica mamma orsa a reggersi,
e stanca, ma continua a rincorrere
i suoi piccoli indifesi,
il babau in agguato deve
e vuole ucciderla per difendere
lo stolto cercatore che lentamente
si trasforma in colui che mai avrà serenità.

Che amori strani vive la mia esistenza,
bui profondi e lenti vespri malinconici,
non racconto più nulla ai miei nipoti,
son loro che lentamente nel crescere
mi raccontano di strani avvenimenti,
delittuosi e avventure di vita cosparse
di lacrime e cieli vuoti senza più stelle.

Raffaele Feola

.



L’avverso fato.


L’avverso fato.

Si che tanto t’amo amor mio,
ma come l’ultimo degli spergiuri,
mi arranco fra strane filastrocche
e stinti colori camuffati
da dolci esteriorità fasulle.

E come il sogno di uno strano sogno,
affliggo ciò che mi pare esilarante
e mi sento pervaso
solo da un pungente e infausto
sentore di folle pazzia.

Tempo fa spezzai
il mio inflessibile cuore
e ne versai gli sfilacciati lembi
in un grande prato nero,
privo di colori
e dai volubili tramonti.

Vani sono i soffi convulsi
di coloro che mi amano,
il mio abbietto fato aspira
ad un arcano destino,
ma non temo più la morte,
ma solo il suo dolente ghigno.

Raffaele Feola

.



Il dubbio.

Il dubbio

Orchidee e fiori in un autunno gelido,
i venti son caldi e le bufere tiepide,
soffiano forti ma blandi,
gemiti e gemiti in un assurdo ghignare,
i casti pensieri erranti e fuggevoli
di donne e uomini soli e avvinti
nell’eterno dubbio di un dubbio
di non amare ed esser comunque felici.