Di me non hai ancora un volto

Di me non hai ancora un volto
ma solo una voce e un po’ di tepore
umano che un filo diffonde
eppure ad ogni riascoltarci
leggiadra ritorna un’antica gioia
e possiamo respirare tra le stelle
riamare i giorni, pur distanti
melate primizie interiori
assaporare tra polposi pensieri.
Più ne voglio,  né posso
Perderne  neppure un poco
troppo prezioso è per la vita
che senza voltarsi sta andando via;
ancora, oggi e domani,
per te e per me voglio sognare
distendermi al sole,
andare per mare e cercare perle;
abbandonato sentieri deserti
di presenze vive a te compagno
ancora intonare canti di emozioni.
Avventizia non sia quest’epoca di ali:
in volo due sorrisi esplodano
nello spazio di dolcezze che sorvolano
e altre luminanze sull’orizzonte
allontanino le tenebre di ieri.
Su, librati
intendi questi spiriti aerei
che parlano di albe future
di preannunci di crociere
di frescure di altri mattini
di presenze di palpiti e tremori
di sciami di trasalimenti!
Acerbo e odioso un passato
sia solo un ricordo seppellito
nel camposanto del dolore.
Schiudi le tue labbra, vieni
dilatati a questa nuova era
che tra la nostra meraviglia
incede e odora di fiori.
Se acrobata cammino oscillando
sul filo teso tra principio e fine
tienimi in equilibrio sicuro
bilanciandomi con l’asta del tuo cuore
e parlami perché io non veda
gli aguzzi speroni che emergono
dai precipizi della vita:
un amore di essere e sentire ci risposi
e un motivo nuziale ci commuova
se ancor tempo scorre nella clessidra.



Un arido passato.

Un arido passato.

 

Io penso che di nulla ebbi pensieri

ne di morte ne di vita,

ma che limpida l’esistenza

egregia e forsennata,

ella scorre con amabile torpore

fra vani e focosi abbracci,

sfuggiti con scaltrezza

da un sfiorito e arido passato.

 

Tu oscurità mia devota compagna,

deponi le tue armi e sii benevola

con i racconti frivoli di strane esistenze,

narrati con i suoni di mille cetre,

perdona le negligenze dei fatui animi

e tramuta in aggraziate le offese

delle esecrabili velleità,

o mai più la perla nascerà

nella stanca e vezzosa ostrica.

 

Raffaele Feola.



Strano il nuovo mattino.

Strano il nuovo mattino.

 

Strano questo mattino,

luci ed ombre si adagiano silenziose

in attesa del mio risveglio,

mentre fuggono quiete stelle e sogni.

 

Anelanti e talvolta illusorie le narrazioni

di insolenze che screditano

i dolci sintomi della mia notte,

convulsa, ma gremita d’affetto,

di piaceri e promesse e d’amore.

 

E poi leggeri i tuoi passi nel buio complice

ti conducono lontana dai miei abbracci,

e nel voltarti un ultimo bacio

inviatomi col soffio di una Dea ammaliante.

Raffaele Feola. .



Illusione di un improbabile amore.

Illusione di un improbabile amore.

 

Quanta luce in quello sciame di stelle

confuse e impertinenti,

si contendono il sussulto della grande avventura

di essere al tuo fianco amor mio,

tu e il tuo sorriso,

che bellezza assordante e che voce suadente,

parli parli ma non ascolto,

odo solo un melodico concerto di musici briosi

e cosparsi di polvere di stelle.

 

Oh anima mia non dileguarti dal nostro sogno,

non fugare la tua licenziosa apparenza,

non ricoprire i tuoi blandi vestiti succinti e trasparenti,

non privarmi di quei dolci sguardi

elargiti da occhi verdi come rari smeraldi.

 

Vero che l’amore è solo la panacea di oscuri mali,

ma è pur vero che la sua mendace presenza

regna sovrana e fatale fra brevi… illusorie felicità.

Raffaele Feola.



La grande età.

La grande età.

Pavido il tenero rigagnolo
che lento e misurato
solca il tuo triste e gracile volto,
allevia le piccole e profonde rughe
che l’impassibilità di un tempo immemore
meticolosamente ha plasmato.

Lascia che quella lacrima
trabocchi nel tuo sentimento,
e come un miracoloso unguento
guarisca l’intirizzimento
del tuo dolorante cuore,
chiuso e alienato da sobri impulsi.

Raffaele Feola.



FREMENTE AMORE .

Profumata pelle
che all ‘ improvviso
tra le dita scivola
calda fremente
di passione irrefrenabile ,
labbra color viola
carnose e acerbe
di frutti di bosco
appagano i miei baci ,
come un uragano
senza tuoni e fulmini
scolpisci il mio corpo
nei tuoi bramosi abbracci ,
limpida come acque sorgive
lambisci leggera
il mio petto sudato,
attimi su attimi
nell’ imbrunire della sera
unisci il tuo cuore al mio …..
carmine16……25/08/20