Più volte comunque fosse

Più volte comunque fosse

pur gli anni festeggiammo

ai funerali  o ad altre cerimonie

regolari prendemmo parte

ciò che ci doveva accadere accadde.

Al rullo incessante del tempo

Abbiamo  sofferto  pianto o riso

spaccamonti o guasconi  sapemmo

che di verosimile v’era nel filmico

che raccontava la nostra vita.

Sdentati stanchi e introversi

ancora oggi guardiamo l’intruglio

la mistura di fatti nauseanti o gustosi

che ci passa davanti in un imputridimento

di sogni di illusioni e di speranze.

Nauti  che fummo, che diventammo

quando la spinta dei desideri

suscitò passioni e amor nel mar di essere?

Ricchi di nulla, poveri di tutto

ci sedusse un divenire piccante

dove forse tutto era possibile

e senza briglie ci spingemmo lontano

arditi e impazienti in una marcia

in avanti senza sbocchi di eterno.

Nello svolgimento di un racconto umano

credemmo di possedere e detenere

quanto nell’attimo si distruggeva

alati e leggeri di vista

spesso  perdemmo il contatto con il reale

restò il senso della vita

una sciarada un enigma  un mistero

o la voragine astratta

verso cui ancora camminiamo

ignoranti di noi e del mondo

intontiti dalla visione di un cielo cavo

che può mostrare solo stelle nuvole o sole.

This entry was posted on domenica, maggio 29th, 2011 at 09:27 and is filed under poesie personali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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