Or che a te m’abbarbico e mi accordo
Or che a te m’abbarbico e mi accordo
nell’intonare il canto della vita
dai poderi del mio animo petroso
ortiche e cicuta di morte estirpa
poi sotto rivoltate zolle insolca
bulbi per altre fioriture:
bocci e infiorescenze domani scorga
oltre le parole d’amore che tu dici.
Allevato da malinconie mostruose
senza voglia di stare al mondo
come è stato difficile
arrampicarmi per l’erta gli anni
in cima giunto voler
poi tra voragini tentatrici
nel nulla scomparire
ma per te pur restare in vita!
Ferito a sangue, il me segreto
quanta prolunga di giorni
respinse dopo sfasci di illusioni
andate in fumo al primo albore:
questo rudere che tempo erode
premurosa, rimettilo a nuovo se puoi
prima che spaventi ti allontanino
aggirandoti compita tra le sue mura.
Ah l’uomo che non ti perde d’occhio
che tre le feritoie di un sogno
armato di corto coraggio,
mostra rughe e smagliature
che tu accarezzi di lontano
sognando sembianze diverse dalla sue.
Su sovrana che cuore avvinci
altre canzoni d’amore ancora
cantami sotto la luna!