SULLE FREDDE LASTRE DELL’ANIMA dalla raccolta “A Sylvia Plath”
Tu, vita, annichilisci
con vani sorrisi,
ebbrezze di Luna
che sempre gelano
pietrificando il sangue.
Guardo le tue arcate,
fosche colonne
di lucido marmo
che tutto sovrastano
sprezzanti e impertinenti.
Di notte lasci fantasticare
l’animo sfinito,
di giorno stringi
ogni apparizione
negli inquietanti vapori.
Il tuo rimbalzo smorza
lanterne e respiri,
recando angoscia
a chi vuole la quiete
e interminabile il silenzio.
Con lame assottigliate
colpisci e laceri,
lasciando l’anima
nella scoperta paura
del primo vagito al mondo.
I tuoi ambigui cespugli
asfissiano le foglie,
e i sogni lasciati
all’affanno dei rami
ormai isteriliti e stanchi.
In te nessuna fecondità
né amore che salvi,
solo fumi nascono
e serpeggiano rapidi
sulle fredde lastre dell’anima.
16.04.2014 Ciro Sorrentino
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