Istanze e motivi poetici in “IRRIDENTE LUNA” di Ciro Sorrentino

UNA POESIA CADENZATA SU TONI REALISTICI E METAFISICI, SU ELEMENTI CHE CONVERGONO VERSO LA RIVELAZIONE DI UNA SITUAZIONE “OSCURA” CHE PRECIPITA L’UOMO IN UNA VERTIGINE “SPAZIO-TEMPO”, NELLA FREDDA E SILENZIOSA DISPERAZIONE DI UN IRRIVERENTE CIELO:

“È notte quando l’impietosa Luna irrompe divertendosi… con attonito silenzio”

LA STESSA LUCE LUNARE SI CARICA DI INESORABILE E IMMOBILE INDIFFERENZA, DI UN RIVERBERO INESPLICABILE CHE SCHIANTA LA COSCIENZA DELL’INDIVIDUO, RAVVOLGENDO LA VITA IN UN VORTICE CHE SCONFESSA LA SPERANZA DELLA RINASCITA:

“Sorride nella sua densa pienezza e non concede sollievo al disperato che ama…”

LA SITUAZIONE DIVENTA MAGGIORMENTE TRAGICA QUANDO QUEL “RIVERBERO” GIOCA A RIMPIATTINO, SUSCITANDO NELL’ANIMO PERCEZIONI E MEMORIE D’UN AMORE PERDUTO:

“Accende indiscreta i ricordi… e si nasconde presto tra velanti nubi”

QUELLO CHE SI ESPANDE A DISMISURA E CHE SI MATERIALIZZA IN UN AMARO PRESENTE È IL COSCIENTE DOLORE, LA RAZIONALIZZAZIONE DI UNA SITUAZIONE EMOTIVA CHE OPPRIME ANNEGANDO IN UN OCEANO DI LACRIME IL CUORE DI CHI RIMASTO SOLO PIANGE E ANCORA VORREBBE FAR RISORGERE L’AMORE:

“Chiudo gli occhi e nell’amaro pianto vivo soffrendo l’assenza…”

IN TANTA AVVILENTE SITUAZIONE, IL CUORE TENDE A SPINGERSI OLTRE, A RASSERENARSI SU ALTRI CONTESTI, A DIVINCOLARSI NELLA TETRAGGINE DEL VUOTO, A RITROVARE UNA REGOLARITÀ EMOTIVA:

 “Fuggo l’emozione… e provo a distogliere il disanimato pensiero su altro”

TUTTAVIA, LA SPINTA DELL’AMORE INIZIALE, QUELLA SCINTILLA CHE INCENDIO PER SEMPRE L’AMORE, è UN ENTE ETERNO, IMPERITURO ED INDISSOLUBILE, CHE RITORNA, PROVOCANDO UNA TENSIONE INTERIORE CHE SUSCITA NUOVA INQUIETUDINE E QUOTIDIANO SPEGNERSI NELL’INSOLVIBILITÀ AD ESSERE:

“Ma le immagini di Lei… come prolungate ansie mi spingono alla deriva del tempo”

L’IO è COME PRESO DA UN’ARCHETIPICA, MITICA ED ARCANA MAGIA, QUELLA DI UN AMORE CHE NIENTE E NESSUNO PUÒ SOSTITUIRE O SPEGNERE, UNA MAGIA ALCHEMICA E SCONOSCIUTA AL MONDO, MA VIVA E ONNIPRESENTE NELL’ESSERE DI CHI SI UNÌ IN UNA COMPRENSIONE D’AMORE UNICA E MERAVIGLIOSA:

“…Invariabili flussi sono la coscienza d’un impossibile amore”

IMPERCORRIBILE SARÀ LA STRADA DI QUELL’AMORE, E, A DARNE SENTENZA È UN’IMPROVVISA VENTATA DI GELO, CHE DEFINITIVAMENTE AVVILISCE ED OBLIA IL SENTIERO CHE POTREBBE CONDURRE ALL’AMORE:

“D’un tratto un soffio e in esso l’acre salsedine… che ancora mortifica e gela la vita”

IN QUESTA POESIA SI CONDENSA ED ESPLODE TUTTA LA NOSTALGIA E LA PENA, E LA RABBIA AD ESSE SOTTESA, L’INQUIETUDINE DEL “POETA DELLE FATE”, DI CHI, CON IMPAREGGIABILE MAESTRIA, NE DESCRISSE LE GRAZIE NEI MERAVIGLIOSI VERSI DI TANTE INCANTEVOLI POESIE.

Dipartimento di Lettere e Filosofia, Prof. ATTILIO BELTRAMI          

This entry was posted on venerdì, novembre 25th, 2011 at 20:45 and is filed under Articoli. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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