I ridicoli.
I ridicoli.
Che sgarbato il mio cuore sfoggia
e macera presagi,lui non comprende,
non sa della purezza,della
soavità o della benevolenza.
Ama scrivere con il suo sangue,
attingendo quella maledetta penna
in un rosso inchiostro e quante inutili frasi,
prive di lusinghe, e poi il silenzio.
Ma sono solo presagi di altre
ferite, altri silenzi,altre offese,
altri morti, altri dotti, bassi e grassi
che operano in rispetto del dispetto.
Chissà’ se indossa il corpetto e con
le grassi dita infilate nei
taschini parla e corregge
le incombenze e le fandonie.
Io posso volare e giungere ovunque
anche nel regno della cattiveria,
e un dono che mi fu dato tempo
addietro, poichè mai amai le panzane.
Raffaele Feola Balsamo.
This entry was posted on martedì, aprile 3rd, 2018 at 16:05 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.