Non tendermi la mano.
Non tendermi la mano, dimmi solo addio.
Volle il mio pavido cuore tendere e aggrapparsi a te mia cara,
ma che folle effluvio nello sfiorare la tua mano,
cosparsa di un sudore untuoso e arrogante, gelida e impertinente,
e vile fu il tuo rifiuto nel porgermi aiuto
dall’allontanarmi dall’orlo del precipizio dell’oblio.
Ti amo e ti odio appari e svanisci,
deridi e mortifichi, ma mia cara nulla ci appartiene,
io divenni ciò che potetti,
ma mai denigrai sofferenze e palpiti,
ti prego allontanati e sii maledetta,
solo così quel dolore lancinante
che opprime e ferisce quella strana cosa chiamata
dignità, e felicità, e amore,
si dissolverà e con essa si dileguerà
ciò che resta di quei lontani profumi di sterili
e infruttuose primavere,
addio amore mio,
sii coerente e non indossare inutili rimpianti.
Raffaele Feola