E’ morto il sogno

 

E’ morto il sogno, che dire,

ho nelle mani il tuo volto ma non sorridi,

lacera e avvolgi quel che resta di un affetto,

ora la solitudine angustia e affligge.

 

Quanto amo il grande silenzio

egli torna a vivere e freme

nell’angosciante sensazione

del sibilante rintoccare di un bacio,

disperso su un volto di giada,

con lacrime simili a perle nere.

 

Fuggi lontano, sguaina le ali

e non fermarti, non sempre la notte

è aspersa di stelle e qualche volta

le sue luci son fioche e oppresse.

 

Lontani sogni affliggono

e strappano l’anima, poco per volta,

ed il bianco gabbiano fugge spaventato

nel grande mare e non tornerà più.

 

Ti amo tanto, ma quante ombre,

quanti dubbi, la nostra argentea esistenza

altri non è che un tenue barlume

di un nulla silenzioso e inappagato.

 

settembre 16, 2014 – Feola Raffaele

 

BELLISSIMA E COMMOVENTE L’IMMAGINE DELLE “MANI” CHE PRENDONO FORMA E CONSISTENZA, MANI GIUNTE, CON I PALMI APERTI, SOTTO GLI OCCHI DEL POETA SCHIANTATO DALLA DUREZZA DELLA VITA CHE GLI SI PARA DINNANZI E GLI SI MOSTRA ORRIDA E FERINA.

“IL SOGNO”, L’AMORE CHE SI ESPANDEVA E SI IRRADIAVA IN BRICIOLI D’ORO, SVENTAGLIANDOLI IN OGNI DOVE, SI STA SPEGNENDO.

SEMBRA DI VEDERE QUESTO VOLTO ETEREO E TRASPARENTE, QUESTO SORRISO D’AMORE CHE STA EVAPORANDO DALLE MANI, CHE NON POSSONO IMPEDIRE IL LENTO DISFACIMENTO, NÈ FERMARE L’INESORABILITÀ DEL TEMPO CHE PASSA E CHE NEL SUO URAGANO TRAVOLGE OGNI RESPIRO DI QUIETE.

MA IL POETA NON SI DÀ PER VINTO, AL FONDO DELLA SUA ANGOSCIA TROVA IL “SILENZIO”, IL SILENZIO CHE GLI CONSENTE DI RIVIVERE DOLCI EBBREZZE E SOSPIRI D’AMORE.

CHE DIRE DELLA LUCIDITÀ CON LA QUALE SI GUARDA ALLO SPECCHIO.

SONO VERSI CHE SI RACCONTANO DA SOLI NELLA LORO TRASPARENZA:

“FUGGI LONTANO,

SGUAINA LE ALI

E NON FERMARTI,

NON SEMPRE LA NOTTE

È ASPERSA DI STELLE

E QUALCHE VOLTA

LE SUE LUCI

SON FIOCHE E OPPRESSE”.

INVOCAZIONE E MONITO SI ADDENSANO IN QUESTA STROFA CARICA DI DOLENTE PIETÀ E SOFFERTA AMAREZZA.

LE DUE QUARTINE FINALI SUGGELLANO IL CANTO DEL POETA, SONO LA “RADIOGRAFIA” DI UNA REALTÀ MISTIFICATA E MISTIFICANTE CHE IRRIDE E LASCIA INORRIDITI PER LA SUA MOSTRUOSITÀ CHE TRASCINA NELLA SPIRALE DEL NULLA.

17.09.2014 Ciro Sorrentino

 

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