L’acqua e il ghiozzo.
L’acqua e il ghiozzo.
Che strano episodico sprazzo
di una bieca e torva misticità,
dimmi mio Signore, son paonazzo
e vecchio, e cosparso di esile fragilità,
ma alla fonte del sapere, perché il ghiozzo
saltella nelle sue acque con ostentata vanità?
Quale esca posso usare per tacitare il rozzo
guizzante e squamoso profeta di verità
malcelate e dolorose, egli è avvezzo
al giacere nelle buie profondità
di acque alterate e tetre,
ed emerge solo per avidità.
Io seppur emaciato e malcerto
son memore di quanto Tu voglia,
ma il mio è un cuore illuso e confuso,
sii prudente mio Signore non è fantasiosa
la mia verità, ebbi a cercare in quel profondo
luogo ma, altro non trovai che nere anime astiose.
Raffaele Feola
.
This entry was posted on venerdì, agosto 15th, 2014 at 07:49 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.
Ciro Sorrentino Scrive:
La poesia nasce da un’invocazione del cuore, è essa preghiera e verso d’amarezza e pianto che si rivolge a Dio, per chiedere udienza, il conforto per “…un cuore illuso e confuso…”.
Tre parole racchiudono il senso del messaggio di Feola, e non a caso sono poste alla fine di ogni strofa: “vanità”,
“avidità”, “anime astiose”:
da questo squallore che ingrigisce la vita, da tanta disarmonia il poeta si discosta e si fa testimone di una fuga dall’opprimente afa della vita.
A presto,
Ciro Sorrentino