Una vita stramba
Una vita stramba
Io vorrei scrivere basta
con il corvino tono sui muri
rozzi e scorticati,
ma come fare
se di pensieri e
rincrescimenti poi vivrei.
A che serve affastellare
i quieti desideri
e poi vociare aiuto aiuto,
il vento non spiffera,
chi udrà i miei
rammarichi e dolenze.
Che spasmo
l’addio alla vita,
non è gravoso,
solo un po’spiacevole,
ceste e ceste di rimpianti,
che forza, che osare,
ma son come burro
sotto una calda lama,
e tanta subdola rabbia.
Pian piano son giunto
alla fine della folle primavera,
le sue fioriture munifiche,
i fiori di vetro,
uccelli finti e statici,
piante sempre verdi
e foglie blu,
e tanti tanti sentori.
Bello l’arrivo del triste
e caldo inverno,
neve rossa
bufere di sospiri.
e nubi gialle,
che strano la mia vita
sembra ricca di fantasia
ed è fatua vuota e stramba.
Ciro Sorrentino Scrive:
“…fiori di vetro…”:
tre parole unite da richiami alla “Natura” e al “Mondo”
Nelle profumate fragranze dei “fiori”, il poeta riesce a fissare il contrasto che si genera tra la “natura” e la “macchinosità” degli uomini, che tutto frantumano con la loro superba e vana presunzione.
Lo splendore dei fiori, se da una parte, trasmette al poeta una sensazione di leggerezza, che genera fulminee “percezioni” interiori, dall’altra, invita a riflettere su come la luminosa bellezza di un prato si sia persa nella fragilità e nell’inconsistenza di una realtà che continuamente sembra franare, stravolgendo pensieri, cose, il corpo stesso del poeta.
Un fraterno abbraccio,
Ciro Sorrentino
Feola Raffaele Scrive:
Ciao fratello grazie di cuore, nello stesso momento in cui leggevo la tua recensione mia figlia lontana mille km si sposava in chiesa, ed io qui ..lontano….malandato e assente ad una cosa che aspettavo con ansia. Le tue frasi son legate per sempre ad una cosa che rimarrà per l’eternità nel cuore di un padre affranto. Ciao fratello e grazie di aver pensato a me. Un grande abbraccio a te e i tuoi cari- Lele Feola