Vivere per vivere in “VA E VIENE IL TUO ASTRO” di Ciro Sorrentino
VA E VIENE IL TUO ASTRO
Hai chinato il capo
aspettando muta
che l’azzurra scia
fermasse il tuo respiro.
Con il tuo verdetto
hai svincolato
l’increspata vita
dalle frenetiche acque.
Sei rinata – anima –
sciolta dalle ombre
che accerchiano
sul viale degli spettri.
Va e viene il tuo astro
in questa cupola
persa al tramonto
del mondo elettrizzato.
Penso a te che
hai chinato il capo
risollevandoti
da questa vagante terra.
27.03.2013 Ciro Sorrentino
Ciro Sorrentino Scrive:
Sarebbe stupido e riduttivo dirti grazie.
Dico solo che Sylvia Plath sarà felice di sapere che in questo anello d’ “universo”, esista chi possa “raccogliere” e rappresentare di Lei il pensiero infinito.
Ciro Sorrentino
Cinzia de Rosis Scrive:
Caro Attilio, degno di nota il tuo intervento critico, e “illuminante” questo tuo avvio alla “contestualizzazione” del pensiero di Sorrentino, peraltro così vicino alla “visione” e alla “ricognizione” del “conoscibile” di Sylvia Plath.
A presto,
Cinzia de Rosis
Cinzia de Rosis Scrive:
Un articolo degno di nota, ricco di spunti critici per approfondire il pensiero di un poeta/del Poeta, così prossimo alla visione dell’esistere di Sylvia Plath.
Un merito per la tua capacità d’aver, in qualche modo, trovato una chiave di lettura per “contestualizzare” la poesia e la “weltanschauung” di Sorrentino, e, soprattutto, bravo per aver fornito suggerimenti tali da poter avviare un’analisi comparata tra la produzione di Sorrentino e l’opera di Sylvia Plath.
Ciao, Attilio.
Cinzia de Rosis
Attilio Beltrami Scrive:
Brava, il mio “sotteso” intendimento è proprio quello di condurre un esame paradigmatico dei testi di Sorrentino e Plath, così da estrapolare il “denominatore comune” che è alla base della loro poetica.
Un bacio,
Attilio Beltrami