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poesie d'amore e poesie d'amore di autori famosi del sito leperledelcuore.it
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Poesie d'amore Autori del sito Leperledelcuore
Ciro Sorrentino Scrive:
Caro Attilio, questa poesia segna una svolta nella mia produzione e Tu da grande studioso l’hai individuata nella chiusa del tuo articolo: “…e lui è lì, pronto a raccogliere questo pianto di amore e gioia, questo scorrere delle acque che sono perle sulla mano pietrificata della sua vita”.
E’ un fatto che la mano è protesa a raccogliere il pianto di gioia ed amore, ma a cosa serviranno queste lacrime se non a ricordare che la realtà pietrifica e stordisce, annichilendo l’io nell’abisso dell’ignoto?
Questa poesia è una mia “emozione”, un’ “empatico” ritrovarsi nella poetica della più grande ed incompresa poetessa di tutti i tempi:
Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963).
A presto, amico mio,
Ciro Sorrentino
Ciro Sorrentino Scrive:
Nota
Possano essere questi miseri versi, un piccolo omaggio alla memoria di una voce che rimbalzò, e ancora echeggia, in ogni dove per rilevare il senso o il non-senso dell’esistere.
Ciro Sorrentino
Cinzia de Rosis Scrive:
Caro Ciro, comprendo e condivido la tua ammirazione per una donna che si è nutrita di poesia e che ha nutrito la poesia con il suo sangue.
Con affetto,
Cinzia de Rosis
Cinzia de Rosis Scrive:
Post Scriptum
“Frenetiche farfalle si arrotolano tra riposanti spirali…”:
immagine dolcissima e commovente, …i sogni di Sylvia Plath, …le sue speranze sempre franate, sembra che tu abbia voluto raccoglierle e donargliele, ripararle dai vortici che chiudono le ali di quelle farfalle… (leggi aspettative di vita) che mai Lei ha potuto liberamente innalzare in un volo d’amore sereno e quieto.
Cinzia de Rosis
Attilio Beltrami Scrive:
Pecore nella nebbia
Le colline digradano nel bianco.
Persone o stelle mi guardano con tristezza, le deludo.
Il treno lascia dietro una linea di fiato.
Oh lento cavallo color della ruggine, zoccoli, dolorose campane.
È tutta la mattina che
la mattina sta annerendo, un fiore lasciato fuori.
Le mie ossa racchiudono un’immobilità, i campi
lontani mi sciolgono il cuore.
Minacciano di lasciarmi entrare in un cielo
senza stelle né padre, un’acqua scura.
Sylvia Plath
Cinzia de Rosis Scrive:
Caro Attilio, hai scelto una delle più belle poesie di Sylvia Plath.
“È tutta la mattina che la mattina sta annerendo, un fiore lasciato fuori”:
una metafora che suona come un enigma, se non fosse che quel “fiore lasciato fuori” non è altro che Sylvia stessa, la docile donna che, nella nebbia di un mattino stanco e senza luce, si è attardata perdendo l’appuntamento con la vita o non-vita degli altri.
Ma sarà poi vero che il suo attardarsi sia dovuto al caso o, piuttosto, ad una sua scelta?…
Cinzia de Rosis
Ciro Sorrentino Scrive:
Miei cari amici, misurarsi con la poesia di Plath non è “impresa” facile.
Sarebbe meraviglioso poter far “rivivere” la Sua Voce con una serie di articoli saggistici.
Ciro Sorrentino