Ad un incompreso amico
Ad un incompreso amico
Che giorno fantastico, sole serenità e gioia,
un caro amico, pare quacchero di cultura
fu da essere oblato e divenne saccaromicete,
e iniziò poi a interloquire con frasi
dal tono alcolico, divenne privo
di galantomismo, e fa vaccate,
gli volli regalare un Nandù e non sarà
più un samara, correrà veloce
nei prati della nullità.
Amico mio sei come una ialite
è una pianta rara e tu sarai come lei,
finalmente. Non dare retta caro gabbo,
so che sei vittima di un Background
e sei necessario poiché tale difformità
ha prodotto l‘effetto galattagogo,
finalmente le partorienti avranno,
grazie a te una produzione
decente di latte.
Sei come una baccante
e avrai in dono un Babirussa
e ti farà compagnia nelle fredde
serate del gelido inverno,
innanzi ad un caldo e spento camino.
Potrai completare i tuoi fantastici studi
del linguaggio Baby talk e finalmente
i bimbi insonni potranno
riposare con serenità nell’ascoltare
i tuoi racconti.
Dai amico essere cacasenni non rende,
smetti di morire assieme, mio padre
afragolese di piazza Ciampi,
lo ripeteva sempre, buonanima.
Tu per osservare le stelle sei un saccopelista
non vanificare i tuoi studi sulle parole difficili
per attrarre attenzione,
non essere gabbamondo, io ho un
caracul persiana, e con essa spesso facciamo
lunghe passeggiate e poi torno colto,
si perché loro spesso sono più sagge
di alcuni essere umani.
Mi dicesti che sei come degli zapadei
ma non temere, si curano tante cose,
io posso aiutarti con oblatività,
cosi la tua querimonia potrà finalmente darti pace.
Ti saluto con affetto, (manco a pensarlo) ed a presto
caro amico del nulla e fatuo e ricorda che il vero poeta
è tollerante e nobile, non distrugge, erige.