Io voglio esser solo
Immortali son gli Dei,
fulgidi e tal volta prepotenti,
han creato loro,
morte e vita, odio e amore, e
nulla sembra quietare
la loro collera quando furibondi scagliano
tempeste di acqua e rabbiosi fulmini,
e il loro raccolto non sono
le dorate spighe di grano,
ma anime inquiete e miserevoli.
Che dir di tale infelicità,
divenire deboli e smarriti e
accettar tale sorte senza chiedere
indulgenza, senza lotta e senza resa,
forse la mia fede sarà
l‘ultimo baluardo di quel
nero destino
che altri hanno scritto per me.
I miei sogni non son tali,
ma incubi, dove maligni esseri
profananti strappano
fra mille tormenti la mia anima,
i loro ghigni biechi e derisori,
non lasciano scampo alla comprensione,
solo sordide e deliranti invettive.
Poi all’improvviso il mio risveglio,
solo convulsi ricordi, e
lentamente il mio animo si placa,
tu non fai più parte della mia vita
ho già dimenticato la tua voce e
la tua immagine, è già fugace è lontana,
non appartengo più ne a te
ne agli immortali,
addio sogno di una breve stagione
a mai più, mai.
rosa Scrive:
Complimenti,le tue saranno sempre bellissime poesie,parole,anke se raccontano tristezza e destino crudele…ciao,preferisco semplicemente ciao.!
Feola Raffaele Scrive:
Grazie signora, la ringrazio, spesso la tristezza accompagna strane melodie, a volte dolci a volte tristi,
addio signora.