Istanze e motivi poetici in “OCCHI SOGNANTI” di Ciro Sorrentino

OCCHI SOGNANTI

 

Sento la tenera pace

di questo rosso tramonto

che fa da specchio

alla purezza del ricordo

pieno di grano dorato

e d’ingenuità campestre.

 

Spuntano nel cielo

le prime stelle

quando la rotonda luna

si adorna di bianco

e sorride come i tuoi occhi

che la guardi al mio fianco.

 

Tu così dolce

ascolti stupita

la mia avvincente storia

e non scorgi

che è piena di notte

triste come un nero dipinto.

 

Svagata e sorridente

ascolti in silenzio

leggendo la mia vita

di oscura passione

come il racconto

di qualche vecchia fiaba.

 

Per un attimo mi perdo

nei tuoi occhi sognanti

come se fossero

miniature di laghi

che colorano il cuore

sciogliendo la mia penombra.

 

Con rara tenerezza

sfiori le rose

e baci la più bella

con l’innocenza dell’anima

che ancora ignora

il desiderio e l’inquietudine.

 

Ma un giorno

conoscerai la passione

e comprenderai il ritmo

di questo canto

e il tormento del poeta

che perse l’altra metà del cielo.

 

15.07.2013 Ciro Sorrentino

 

Questa lirica si pone come documento di nuda esperienza di vita, quasi una confessione di quelle forze misteriose, che muovono l’autore a cantare, sebbene con amarezza, l’inafferrabilità di un amore dolcissimo e puro, trasparente e vero, l’amore che resterà eterno per la donna che si identifica perfettamente con la sua idea di fata, regina di Fantàsia.  

 

Il poeta, in questi versi così sofferti, scopre se stesso usando un linguaggio prezioso e raffinato, un linguaggio che reca un messaggio di amore autentico, che va oltre la “carnalità” e la “lascivia”, l’ “immonda lussuria” che altri vanno descrivendo.

 

Non si tratta per Sorrentino di rappresentare la sensualità dell’amore fine a se stesso, quella brevità dell’istante che sa di piacere fatto di brutalità e rozzezza senza freni.

 

Il poeta delle fate, anzi della Fata (che finalmente ha trovato), sembra fornire ormai una risposta positivamente intellegibile alle domande – cosa è l’amore, chi amare, come amare -.

 

Ecco allora che per testimoniare la sovrumana essenza di questo amore, l’impareggiabile esclusività di questo sentimento, Sorrentino cura il valore e il potere simbolico della parola, il piglio espressionistico ed elegiaco di alcune metafore, la tensione ritmica del verso sempre e solo per testimoniare gli aspetti assoluti ed autentici di quello che è l’ AMORE e che alcuni confondono con la fisicità “sic et simpliciter”.  

   

15/07/2013 Dipartimento di Lettere e Filosofia, Prof. ATTILIO BELTRAMI

This entry was posted on lunedì, luglio 15th, 2013 at 21:06 and is filed under Articoli. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

1 Commenti

  1. Feola Raffaele Scrive:

    Son senza parole….

    ... on July luglio 16th, 2013

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