IL PONTE IMMAGINARIO
Qualche volta socchiudo gli occhi
e sogno un nuovo arcobaleno,
un ponte d’intensi colori
che sfuma il grigio dolente.
Così le nuvole escono di scena
e il cuore può sorridere
come punta di freccia
sul suo arco.
D’improvviso
su un verde prato
una luce scalda il cuore
e riaffiora lo slancio sopito.
Il mio pensiero
vuole un respiro
e cresce nella pura magia
aspettando l’incontro dei mondi.
Ah, amore mio,
bacerò i tuoi occhi
le tenere e sincere luci
che tanto mi hanno attesa.
Finalmente è giunto l’ora
abbracciami e sorridi
tienimi stretta
sul ponte immaginario.
ANA VALDEGER 19/03/2013
Il desiderio irrefrenabile di liberare il proprio animo negli “elementi” della natura è subito riconoscibile nel predicato “…socchiudo…”, come se la coscienza volesse concedersi una pausa dal caos e dal frastuono di una vita ridotta ad un “…grigio dolente…”.
E a ben guardare questo sogno si ripete ogni volta che l’io si “estranea” alla realtà e trova nel proprio immaginario poetico la forza di ipostatizzare l’ “…arcobaleno, …un ponte d’intensi colori…”.
Proprio quando si autodetermina questo magico evento, sul palcoscenico della quotidiana monotonia sopravviene una “catarsi” e le “…nuvole…” vengono trafitte da una forza primitiva, racchiusa in un “…cuore…” nuovamente pronto a scagliare i suoi dardi.
Da “lontano“, dai remoti angoli di un mondo interiore, che avrebbe voluto “esplodere” e comunicarsi, “insorge” uno “slancio sopito” che percorre e conduce con impeto e passione all’oasi di un “…verde prato…”.
E in questo “altrove“, situato in una “zona altra” rispetto all’ “apparente normalità” dei modi di essere e di sentire, l’io vuole provare la purezza dei rapporti sinceri ed autentici.
L’autrice postula, dunque, la necessità di assumere una prospettiva diversa, una prospettiva che realizzi e percorra “una terza via“, dove finalmente sia possibile attuare una mediazione di “…mondi…” e di realtà umane troppo “distanti” e mute al dialogo.
Ed in questa dimensione “emancipata” alla meschinità dei comportamenti e delle manifestazioni d’affetto, anche l’ “amore” s’immerge nelle acque trasparenti e pure di una “sorgente” inesauribile e magica, che sembra scorrere e materializzarsi sotto un “ponte immaginario”, che, in definitiva, è il ponte intimo e privato di due anime ritrovatesi nella “proiezione“, onirica e salvifica, della loro stessa sostanza.
21.03.2013 Ciro Sorrentino