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19 marzo festa del papà
E rieccomi qui a scrivere su questi fogli bianchi come la mia vita.
Oggi qualcuno mi ha inviato una mail dicendo…oggi è anche la tua festa, ho risposto non è vero non ho più un padre e non lo sarò mai quindi non sarà mai la mia festa.
Ma ho molto aprezzato il gesto è stato carino ed a quella persona nonostante tutto gli voglio bene anche se spesso pur a ragione mi fa arabbiare.
Molto meno aprezzato è stato, come spesso accade nelle festività, è stata l’ennesima litigata in cui io ovviamente avevo torto.
Si il torto di avere espresso un’opinione e di non avere ancora acettato che la legge non uguale per tutti c’è chi ha diritto di opinione ed azione e chi ha il diritto solo di stare zitto come me.
Al dilà di tutto però quel che piu mi ha ferito, anzi no, incazzare è quel ” te la faccio pagare” che avevo già sentito e visto in pratica in altre occasioni.
Una volta in più mi rendo conto di quanto poco mi si conosce per quello che sono ma mi si conosce per come razionalmente mi comporto, spesso, soffocando in gola parole e più spesso fermando la mano nei fatti.
Io non direi mai una frase del genere a seguito di qualsiasi gesto sia vittima e nemmeno lo penserei in quanto quando arriverò a pensarlo è arrivato il momento che direttamente lo faccio dopo avere sommato tutto, e lo faccio nella maniera peggiore, utilizzando tutto quello che posso sia leale o sleale basta che faccia male piu nel profondo possibile e questo vuole significare una sola parola: Odio.
Purtroppo tra i tanti difetti che ho uno dei peggiori e non sapere dimenticare, non sapere nemmeno perdonare chi fa del male, mi rendo conto sia brutto ma credo che ognuno al momento giusto debba pagare il conto delle propio azioni a cominciare da me medesimo.
Infondo mi domando che cosa faccio ancora qui? forse perchè voglio resti traccia comunque di quel che penso oggi per un domani, se ci sarà, migliore.
Questo è una delle poche cose che scrivo differenti da poesie ma credo di essere talmente gelato nel cuore da non riuscire più nemmeno concepire di scriverne una, quindi proseguirò come un diario, forse, un giorno, qualcuno ne troverà inaspettatamente la chiave………..
Silenzi
C’è qualcuno?
C’è qualcuno che ascolta il mio tormento,
qualcuno che vede la mia vergogna,
qualcuno che può salvarmi da me stesso?
Quante maschere ho messo nella vita per non essere riconosciuto,
quanti depistaggi, quante fughe simulate da incontri,
quante risate per nascondere pianti,
questa vita che è solo stanca di vivere..
Sono stanco di essere stanco in questo cerchio senza fine.
Voglio tornare là dove sono stato felice, là dove era il mio mondo,
dove ho cominciato.
Voglio tornare a “casa” .
Da te
Amore dolce, cancella le lacrime dai tuoi occhi,
questi occhi tristi,
rotti dal pianto.
Prima di prendere sonno pensa ai cieli
azzurri, alle nuvole di panna, al profumo dei fiori
di un prato accarezzato dal vento.
Immagina le montagne ricoperte di neve, dove l`aria
fresca inebria la mente, dove l`acqua viva scende da
ruscelli incontaminati.
Prendi in mano la conchiglia sul comodino, portala all`orecchio e
ascolta la voce del mare, fatti raccontare le sue innumerevoli storie.
Asciuga i tuoi bei occhi rotti dal pianto, io sarò lì, al tuo fianco
ad accarezzarti i capelli, finché il tuo respiro sarà meno agitato.
Ti sentirai meno sola se pensi che al risveglio t`aspetterà
il più bel regalo….la tua vita
Solo lei
Nel mare in tempesta,
tra i flutti impetuosi,
solo e disfatto nella mia angoscia,
interrogo il destino,
ma lui non risponde.
Mi rivolgo allora al caso ma lui mi ride.
Provo a chiedere perché?
ad un dio che ormai non c’è
dalle profondità di un paradiso mai esistito
lui mi sputa addosso la sua inutile onnipotenza.
Solo lei può placare la mia sete di infinito.
Solo lei può confortare la mia anima tormentata,
travagliata ed inquieta oltre ogni limite.
Solo lei può consolarmi, in questo mondo assurdo.
Solo lei può rispondermi, pur senza aprire bocca.
Dolore
E’ un dolore indescrivibile.
non è fortissimo
eppure mi toglie il respiro.
viene all’improvviso
se ne va.
ma poi ritorna
mi lacera per un altro interminabile secondo.
è un dolore dolce
che mi attanaglia senza che me ne accorga
e mi risveglia dall’intorbidimento che mi pervade.
nasce con un suono,
e muore con la consapevolezza
che quel suono non c’è più.
e allora fingo che sia tutto finito,
di non ricordare più nulla,
ma un nuovo sussulto
mi scuote da dentro
e non posso far altro che aspettare.
aspettare cosa?
un nuovo amore?
o di perdere il cuore?
si, sarebbe una soluzione,
non amare più!
ma significherebbe
solamente legarmi a
te per sempre.