Comunicazioni.

Buongiorno ….amici oggi e’il mio 71 compleanno, forse l’ultimo.
Io mi sono permesso di usare questa pagina per salutarvi e non importa il vostro silenzio, avrete certo i vostri motivi.
Vi saluto e virtualmente alzo un calice strabbocchevole di ottimo champagne per bere e ricordare tutto il tempo che felicemente ho tracorso con voi su questo straordinario sito.
Vi saluto e scusate la mia inopportuna invadenza. Arrivederci e siate sereni….
Raffaele Feola



Il ripensamento.

Il ripensamento.

 

Temo l’orribile notte e il suo buio,
ma che oscurità accecante giunge
e porta con se lacrime e ricordi,
no non fuggo resto e celo l’angoscia.

 

Veloci le mie mani a nascondere volto
e sensazioni e che strano sapore di nulla,
ma son solo racconti di gioventù,
e poi davvero credimi non so quando
ebbi il primo bacio, però ricordo il mio
che donai ad una sperduta poverella
vuota d’amore e persa nei complicati
grovigli di strani e confusi ardori,
talvolta amari e poi illusori, l’amai solo
il tempo di dirle addio e null’altro.

 

Lessi in lei stupore e rabbia ma io le dissi
della mia nuova fede, chiamata da alcuni
misticismo e rispetto e pazienza,
mi incamminai verso l’imponderabile,
il mistero, il fato, e il mio credere
finalmente nel buon Dio e nelle sue
leggi Divine, ormai son diverso,
e le paradisiache storie di santi e miracoli
son parte importante dei miei sogni
ad occhi aperti e non posso più fuggire,
non ho scelta ormai devo credere e sperare.

 

Raffaele Feola.

 

 



Passione e amore fugace.

 

Passione e amore fugaci.

 

Sono esamine e senza respiro,
ma il cuore vive e vuole te
a che serve implorarti ormai
son senza passione e poco
importa se le stelle son svanite
loro non torneranno più.

 

Quanti sussurri e volti indignati
in questo sterminato deserto
ricco di fiori afrodisiaci
e cuori affranti,
e non si odono più schiocchi
di baci e promesse d’amore.

 

Tu dove sei amore eri in me
e per me donasti la tua anima
e il tuo corpo, lascia che Eros
non ti colga impreparata
fuggi da quella landa desolata
senza felicità, io sono già in te
e il mio ardimento già esonda
e si disperde lentamente nel nulla,
ti prego fà presto basta soffrire.

 

Raffaele Feola.

 



Non siamo soli.

Non siamo soli.

 

Sono senza peccato
perche’ peccare
e non saper voler bene,
e quanti sussulti
ha il mio povero cuore.

 

Precipito da un piccolo fiore,
ma non soffro
i suoi petali mi hanno
protetto e il vento
fischia e ride,
l’erba trasuda
lacrime e sorrisi,
dai vita mia
puoi osare sono pronto
al volere del grande Maestro,
Lui ci aiuta perche’
noi sappiamo ricevere amore
e ne restituiamo di piu’
tanto e poi tanto.

 

Sii sereno amico mio
la vita e’ bella
e ci concede tante
occasioni e ricorda sempre
che non siamo soli, mai.

 

Raffaele Feola.

 



Eppur mi pare che io nacqui.

Eppur mi pare che io nacqui.

 

Forse era luglio del 1952 che venni alla luce,
certo ricordo bene era il 19 di sabato,quanta neve sotto quel sole rovente e su una spiaggia affollatissima,ma non avevo amici ero troppo vecchio,
e incominciai a scrivere di me e la mia vita, certo amici miei ero già consapevole
quale fosse stato il mio destino, un po’ infame e un po’ sciagurato e tanto mal riuscito.

 

Come mamma dopo che mi diede alla luce
pensò bene di andare a fare il bagno lasciando me
appena nato solo soletto, ma tranquilli ero nato nella classe di ferro e sopravvissi,
purtroppo, ed ora devo scrivere ciò che la vita mi ha donato, un nulla a condizione zero.

 

Quanta delusione sul volto dei miei vicini di ombrellone, loro pensavano che io nascessi donna, ma il mio brufoletto li afflisse e non mi rivolsero
parola fino a sera, e intanto mia madre come
spesso succede anche fra gente più solerte, si dimenticò di me ma sono ancora vivo e vegeto.

 

Repentinamente mi son ritrovato vecchio e alienato
ho festeggiato la mia terza età, che mi importa se presto non sarò che una sola frase scritta su un freddo marmo, sono nato, ho vissuto, ho amato, ho sofferto, ho anche sperato nell’eternità, ma che follia vi rivelo io son morto quel maledetto giorno del mese di luglio del 1952.

 

Raffaele Feola.

 



Complicato addio.

Tortuoso addio.

 

Che silenzio, si tacete io riposo,
imparo a decedere…lentamente
e con il bestiale blandire della morte
e non chiedo che annichilire
il mio corpo e la mente.

 

Che strazio non vivere più le stagioni
unico vero mio rimpianto, molti piangono
il dolore, la sofferenza, l’addio dei cari,
io ho amato ciò che mai ho posseduto
ma ora sono in un sogno, stelle d’argento,
e angeli vestiti di bianco che sorridono,
e mai più vedrò gli adepti di sette consacrate
al solo loro turpiloquio aberrante e cinico.

 

Si sono felice perchè mai più udrò strani
e impertinenti cartomanti incapaci di vedere
neanche dentro se stesse e il loro bizzarro
mondo del nulla, bilioso e isterico.

 

Ti prego leggi la mia mano zingara
e sii generosa dimmi ciò che vedi con sincerità,
io sono immune dal tuo spocchioso
odio, tu non spirare prima di aver detto,
io ho bisogno di sapere prima del mio commiato.

 

Addio e ricorda che io mi sono nutrito di cicuta
dono di un consunto destino coriaceo e fedifrago.

 

Raffaele Feola.