Letteratura Poeti Famosi



Fine di un racconto.

Fine di un racconto.

Tesa e senza alcun fasto la mia
mano scuote l’arpa e il maldestro
suono mi solletica biechi pensieri,
che dire di tal mia arroganza.

Gli stridii della mia bocca non
emettono canto, ma solo vento,
poichè sono solo vezzose urla
senza fiori e senza tono voluttuoso.

Fugge da me la mia donna poichè non
emetto alcuna diceria d’amore, o frasi dolci e
per raccontar l’infinita estasi
di una storia di affetto e di solitudine.

Tutto avrà fine, pensieri svaniti,
e amore disperso in un cielo terso e triste,
quanta malinconia nei nostri cuori,
e quanto dolore per la nostra anima.

Raffaele Feola Balsamo.



Son silenzioso

Son silenzioso

Avemmo forza e desiderio,
ma lontano era quel cuore,
rosso come il fuoco e parea
un lampo di primavera, un
iride solo del carminio colore.

Fuggi spirito son pronto a
veder la notte con murmure
lieve, ma non importa io vedo
e non ascolto, si son iniquo
e insulso, ma Re del silenzio.

Raffaele Feola Balsamo.



I ridicoli.

I ridicoli.

Che sgarbato il mio cuore sfoggia
e macera presagi,lui non comprende,
non sa della purezza,della
soavità o della benevolenza.

Ama scrivere con il suo sangue,
attingendo quella maledetta penna
in un rosso inchiostro e quante inutili frasi,
prive di lusinghe, e poi il silenzio.

Ma sono solo presagi di altre
ferite, altri silenzi,altre offese,
altri morti, altri dotti, bassi e grassi
che operano in rispetto del dispetto.

Chissà’ se indossa il corpetto e con
le grassi dita infilate nei
taschini parla e corregge
le incombenze e le fandonie.

Io posso volare e giungere ovunque
anche nel regno della cattiveria,
e un dono che mi fu dato tempo
addietro, poichè mai amai le panzane.

Raffaele Feola Balsamo.



Apologia.

Apologia.

Pioggia come aghi pungenti
e lacrime lente e stizzite,
quanti fiori decomposti e divelti,
forse la primavera non giungerà più.

Son pervaso da mille sentori e
quanti sussurri nel mio cuore
assorto e taciturno e fruscii…
tanti fruscii si associano
all’ombra della mia
morte impassibili e distaccati…
che importa ella e l’apologia di
un concetto voluto e ambito e
finalmente giunge con solerte premura.

Raffaele Feola Balsamo



Uva

Quell’uva

un poco santa

un poco puttana

distrae menti

e serve chiese



Amore strano.

Amore strano.

Non sgrignare mio ossesso amore,
i tuoi… altri non erano che suoni strani,
ma non comprendo il mio odio per te,
che strano forse amavo il silenzio.

Ma dimmi non fosti tu colei che
ebbe a pronunciare per me
un richiamo voglioso, o era solo
un innocuo sibilo di dolore.

No forse la tua dolenza era soltanto
rabbia, volevo saperti ferita,
ma non eri che di latta come
il tuo arido e freddo cuore.

Uccidesti la mia anima e l’illusione,
grande fu il mio rancore
e come un nemico ti affronterò,
e non avrai che ruvide carezze.

Raffaele Feola Balsamo