a un amica
tu più di tutti odiavi
le vacanze al mare
di giorno pioveva tristezza nella tua nuca
hai dormito in riva al tuo cuore
hai perso coscienza di te del mondo
il sabato l’odor di limoni del giardino
saliva nel tuo davanzale
e tu ti lusingavi all’idea di essere sola
in questa città
come un infante che perde il suo giocattolo
tu piangesti perchè più di tutti
sfiorasti con mani di donna la certezza dell’esistenza
la disperazione, la solitudine avvolgeva
con guanto dorato la tua immagine
io che guardavo il tuo volto
cosi cavernicolo lussurioso
dei tuoi antenati avevi il quadro con la litografia
parlavi di stipendi a fine mese di cene popolari
di incontri con gli amici
di uscite nei locali in comitiva
ma niente hai più del mondo a parte la tua benevolenza
il tuo rigore nel comportamento
la mia idea è sull’altare
la tua immagine è funesta
come streghe in bivio fra realtà e morte
federico marino