VOLÒ LA RONDINE SENZA NIDO
Scolorite ormai avvizzite
franarono le foglie
la mia vita franò
scivolando nella neve.
Si addormentarono i rami
nel loro rugoso nero
lo stesso che mi piegò
con la sua offuscante stretta.
Volò la rondine senza nido
e morendo replicò
il pianto del mio cuore
tra dense e tediose foschie.
Il suo sconsolato lamento
recò la pena dell’addio
e della mia vita
le ali stanche di volare.
Sullo sconfinato mare
esplosero le stelle
e i guizzi si spensero
al miei occhi confusi e persi.
Così alla balza del cielo
lasciai una lacrima
e del mio affanno
si gonfiarono le tenebre.
23.02.2012 Ciro Sorrentino
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Cinzia de Rosis Scrive:
“Il suo sconsolato lamento recò la pena dell’addio e della mia vita le ali stanche di volare”:
quanto dolore piega lo slancio dell’animo e quanto affanno stringe la voce del cuore che ha perso ogni energia per innalzarsi nel cielo, gridando ancora la sua eterna invocazione d’amore.
Ciao poeta,
LETTERATURE COMPARATE, prof. Cinzia de Rosis