Se si attorciglia e ti domina uno spirito maligno

Se si attorciglia e ti domina uno spirito maligno
se con bizzarrie e stravaganze la mente ti pressa
se genera avidità di pensieri esacerbi e malevoli
o umore ti cangia e commetti misfatti affettivi
se buon senso e amore un flegma inverna
come caldamente puoi amare e sorriderti?
Durezza rappresaglia e discordia
con incostanza e collera si imparentano
nell’incubo morboso d’amore che t’attosica.
Perchè mi fai blasfemo verso il tuo Dio
perchè non interviene per ricondurti
a discernimenti e intendimenti ancestrali
e difettiva di senno e verità poi ti atterrisce?
Ah come mi privi della speranza prossima di vederti
un giorno arrestare il mantice che fa vuota
la tua mente che di assurde congetture tracima
come ti opponi a spezzare la lunga catena
di omicidi con cui sopprimi l’innocenza
di atti presenti e passati, come nascondi
le chiavi del carcere in cui ti recludi!
Compromesso il lucido senno
come distinguere serena l’attendibile dal falso
e scorgere il confine tra l’assurdo e il reale!
Devo elogiarti per il malessere che per noi due produci?
Se termiti si impossessano di una trave
pur essa appare intera ma se vi si poggia un piede
poi tutta fria e frana e chi sopra vi passa precipita
nella voragine di sciocchezze che al disotto si rivela.
Se non si placa la tormenta che in te sfronda
o ghiaccia gemme di logica che frutti potrà dare
l’albero che si infiora di amore
all’abbrivio di una stagione di vita?
Perché fecondi in te mostri che addentano
il mio e il tuo cuore e avviano sanguinamenti
sul nostro toccarci e desideraci e macchiano
di incertezze sguardi d’amore e di passione!
Nascite e non morti io ti cerco
non terrori ma coraggio e conforti donami;
se il mio sogno di te vuoi lasciare intatto
fondimi e confondimi nella tua vita
che può essere racchiusa come tutte le vite
solo in una sfera di tempo dal raggio finito.
Assurgi al cielo del puro vedere
e di grazia e desiderio datti nervature
contrapponiti come magica luce al buio
e ascolta voci di umano sopra il disumano
abbandona il peggio e imbarcati per il meglio:
senza soffi che diano vita non può esserci avvenire.

This entry was posted on martedì, luglio 19th, 2011 at 03:49 and is filed under Poesie D'Amore, poesie personali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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