MIRAGGIO DELLA TERRA PROMESSA
Infame vita che illudi
donando sogni
a cosa volgi il tuo fine?
Perché imprimi
nel corpo e nell’essere
emozioni d’amore che poi stravolgi?
Quale senso nascondi
negli oscuri meandri
del tuo illogico scivolare
verso il tragico nulla?
Incalzano le domande
le stesse di sempre
che restano senza risposte
e non c’è tregua alcuna
per noi che vediamo avvicinarsi
il tremendo bivio
che ci dividerà per sempre
moltiplicando a dismisura
le assurde distanze
del nostro impossibile amore.
Come due veloci vascelli
un dì salpammo sicuri
verso il mare delle emozioni
veleggiando entusiasti
pronti all’ignoto
credendo e sperando
che alla fine del viaggio
ad attenderci lieto
ci fosse davvero
un porto tranquillo.
Abbiamo solcato
le onde spumose
correnti avverse
vincendo le forze ostili
gli occhi indiscreti e gelosi
che invidiavano
il nostro appassionato confronto
il lieto rincorrersi
per stringerci nel volo
d’una struggente traversata.
Ci siamo ritrovati
su spiagge dorate
illuminate dal sole
tra anse e scogliere
vincendo il freddo spietato
il silenzioso buio
quando anche la luna
s’appartava quieta
e ciascuno cercava il riposo
cedendo al suo sonno.
Insieme abbiamo trovato
una rotta diversa
quella dei dolci sorrisi
degli sguardi furtivi
delle parole non dette
e ci siamo amati
nello spazio magico
intimo e segreto
della più limpida intesa
l’amore appena sussurrato
nella leggiadria di un saluto.
Ma ora lo scalo
ci attende e reclama
il suo carico atteso
e per adempiere l’obbligo
ancorata la nave
sbarchiamo esitanti
e camminiamo smarriti
sul deserto molo
circondati dall’aria densa e fumosa
di uno sconosciuto e squallido mondo.
Siamo soli
nella morsa di questa realtà
fredda e oscura astuzia
che si rimira nella sua forma
l’assurda logica del tempo
che fissa la vita
girando a suo piacimento
le nostre che da questo porto
andranno verso opposti luoghi
dove altri attendono il nostro arrivo.
Quando tutto sarà compiuto
resterà l’irrimediabile vertigine
del nostro impossibile amore
e di esso la tremolante immagine
appena riflessa
da una goccia di sale
che lentamente evapora
lasciando soltanto
miseri e bianchi cristalli
di consunta polvere.
Siamo soli
naufraghi di noi stessi
vittime della crudele fortuna
l’oscura sfinge
che ha effigiato una storia
strappando dal libro
le ultime pagine
quelle attese d’un bacio
rubato alla realtà
delle nostre banali esistenze.
L’inconcludenza rimane lo specchio
di così tanto soffrire
e smorza a tratti il dolore
nell’inganno e nell’artificio forzato
il più triste e penoso
quello della scoperta illusione
che paventa una terra promessa
quando invece inatteso
si apre un baratro
che dissipa tutto.
Raccolgo le mie ultime lacrime
le guardo stordito
mentre fatalmente
evaporano nell’infinito vuoto
lì nell’immenso strappo del cielo
dove formeranno
nuove coltri di nuvole
che presto si svuoteranno
e redimeranno l’immenso
riversando altra amarezza
su questa misera e buia esistenza.
25.04.2011 CIRO SORRENTINO
This entry was posted on lunedì, aprile 25th, 2011 at 00:20 and is filed under Poesie D'Amore, Poesie D'Autore, poesie personali, Poesie sul Silenzio, Poesie sulla Vita, Poesie Tristi, Poesie Varie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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