RICORDI DI UN PROSSIMANENTE .
Camminando per la solita strada
ho visto un mirage lontano ,
la fratellanza costruita con
pietre di sabbia che il vento
portava via nelle sue spire .
Ho fatto la spesa e
ho comprato la speranza ,
la meta’ l’ ho donata
a un mendicante
l’ altra meta’ l’ ho tenuta
per un solo istante tra le mani
bagnate da una strana pioggia
fatta di calde lacrime di dolore .
La mia dispensa vuota
mi ha fatto ricordare
che un giorno era piena
del suo stesso pane ,
ora l’ inganno e la menzogna
si sono insinuate tra le bricciole
di una vita venduta per amore .
Il potere del capitalista
comprato dal padrone
come cibo giornaliero
e’ solo fumo nei tuoi occhi
che con false promesse
ti da’ benessere e salute ,
sa’ , che non puoi reagire
perche’ lui ti vende la speranza
per un nuovo giorno di lavoro .
Il padrone sa’ , che ogni
giorno sulla sua tavola
mangia la carne e beve
il sangue dei suoi operai ,
e intanto li lascia la speranza
di un lavoro sicuro ,
malpagato ,ma sicuro .
Dicono che sono un progressista
che pago la mia liberta’ di una
gioventu’ bruciata solo a far discorsi ,
dicono che sono un tipo strano
da prendere con le molle , ma…
credono anche che io non mi
piego facilmente ai lori sporchi giochi ,
per loro sono solo un povero progressista .
Un giorno il padrone
nel suo giardino
mi parlava sorridende ,
mi sputava in faccia il segreto
della sua generosita’ :
SE VUOI FARE SOLDI
DIMENTICA L’ INTERNO
PER RANGGIUNGERE L’ ESTERNO ,
APPLICA LE MIE LEGGI E VEDRAI
CHE NON SARAI PIU’ POVERO : ….
Intanto nel giardino
vedevo alberi secchi ,
il vento li scuoteva
senza fare sforzi ,
la terra secca , avara d’ acqua
era talmente cenere che i raggi
del sole si nascondevano .
Sulla strada della vita i padroni del denaro mi guardano
come fossi un straniero venuto da un ‘ altro mondo ,
porto sulla spalla quattro corde e una bisaccia ,
ho uno sguardo libero e fiero , credono che fossi
giunto per vendere la mia liberta’ , invce sono io a comprare
il loro potere per un nuovo mondo .
carmelo ferre’………11/02/2011
Ciro Sorrentino Scrive:
Caro amico , in questi versi si racchiude tutta la grandezza evocativa dell’intera lirica:
“Intanto nel giardino vedevo alberi secchi, il vento li scuoteva senza fare sforzi, la terra secca, avara d’acqua era talmente cenere che i raggi del sole si nascondevano.”
Da una parte, nascosti e insidiati perfino nella natura, l’aridità e la malvagità dei potenti, dall’altra il misero uomo, che anche se calpestato e mortificato, offeso nei sentimenti più veri del suo essere persona, non s’arrende alle vessazioni e alle angherie, ma porta fino alla fine la sua speranza di avanzare con dignità sui sentieri di un mondo nuovo”.
Complimenti amico mio, ancora una volta hai magistralmente percepito, da una prospettiva diversa, la sofferenza morale e sociale, psicologica ed umana, dell’uomo solo e disaiutato da tutti.
Sembra che questo nuovo uomo abbia una coscienza ancora superiore a quella posseduta dal protagonista di quella tua opera eccezionalle dal titolo: “Corri uomo, corri”, un uomo solo, triste angosciato, lo stesso di cui ho parlato nel commento a quella che ho definito un’opera lirica, il canto dell’umano pianto.
Un’opera che ti invito a inserire nuovamente.
A presto.
Il tuo amico Ciro.