COMPAGNA .
Dolcemente mi trascino verso l’ inverno
il manto di sottile tristezza dell’ autunno ,
con il fardello di ricordi rincorro la vita ,
tra filari d’ alberi in agonia aspetto te .
Compagna , tu che hai visto lacrime
trasformate in lame dì acciaio
ricordi il mio sorriso ? .
Rammenti chi pose l’ amore del mio cuore
al livello di chi non era nussuno ? .
L’ amore rinnega l’ uomo
ma provoca la morte dell’ anima
distruggendo l’ ancora di salvezza totale .
Compagna , il tuo sangue e’ caldo ed
i miei ricordi stanno bruciando
per sterilizzare le bende che
copriranno per sempre le tue ferite d’ amore .
Compagna , ricordi l’amore che ti diedi ,
hai ragione , meglio dimenticare tutto ,
anche il mio sorriso ,
ma non dimenticarti di me ,
le mie labbra si schiudono a nuovi sorrisi ,
forse meno affascinanti ,ma certi piu’ sinceri ,
compagna , tra alberi spogli rincorro
la tua pallida ombra che evanescente
si nasconde in questo freddo vento d’ inverno ……
carmelo ferre’…….30/10/2010
Ciro Sorrentino Scrive:
Caro Carmelo, ti ringrazio per la considerazione che hai avuto per questi versi.
Aggiungo che la tua lettura è veramente indice di una sensibilità o meglio di un dono a pochi comune.
Passando alla tua poesia “Compagna”, voglio sottolineare a chi legge la bellezza di due incisi, uno di apertura “…con il fardello di ricordi rincorro la vita ….”, e l’altro di chiusura “rincorro la tua pallida ombra che evanescente si nasconde in questo freddo vento d’inverno ……”.
Non è un caso la scelta di quel verbo che si ripete, di quel “rincorro” che esprime tutta la tensione dell’animo, l’inquietudine di chi, nel frastornante e caotico fuggire del tempo, cerca una risposta di verità chiara e trasparente.
A presto.
CIRO SORRENTINO
Ciro Sorrentino Scrive:
Caro Carmelo, ti ringrazio per la considerazione che hai avuto per questi versi.
Aggiungo che la tua lettura è veramente indice di una sensibilità o meglio di un dono a pochi comune.
Passando alla tua poesia “Compagna”, voglio sottolineare a chi legge la bellezza di due incisi, uno di apertura “…con il fardello di ricordi rincorro la vita ….”, e l’altro di chiusura “rincorro la tua pallida ombra che evanescente si nasconde in questo freddo vento d’inverno ……”.
Non è un caso la scelta di quel verbo che si ripete, di quel “rincorro” che esprime tutta la tensione dell’animo, l’inquietudine di chi, nel frastornante e caotico fuggire del tempo, cerca una risposta di verità chiara e trasparente.
A presto.
CIRO SORRENTINO