Quante sconfitte.
Quante sconfitte.
Svolazzo gongolante
fra mille delizie
senza tempo ed effimeri
pensieri vuoti,
persi nell’infinito siderale
e gli eterni fragori di vane
gaiezze logorroiche e cadenti,
mi perseguitano come vecchi
sogni dispersi e mai cercati,
ma son sereno,
son solo stelle cadenti
ed ognuna porta con se
vecchie speranze
di strani e vani idilli.
Ma non temere amore,
com’è tutto così strano
e impertinente
questo sacrilegio che chiamai vita,
e quanti sorrisi amari
e saggi mi donasti,
con curata e folle saggezza.
Sul mio cuore ho messo
una tacca per ogni sconfitta,
e la mia daga è stanca di lottare
ed è lacerante il suo lamento,
perdona ma non sfigurare
più il mio animo, sono stanco,
ma so che è disprezzabile la mia
ormai perpetua rassegnazione.
Raffaele Feola Balsamo