L’altare.

L’altare.

E’ spoglio questo altare mia cara,
non vedo croci, ne coppe dorate,
e non vi sono bianchi tessuti ricamati
da perpetue devote,
come può il prete officiare
la Santa Messa, parlar di te
e del tuo amore per il nostro buon Dio.

Vagheggiante è il pensar
alla vita ed alla morte,
l’uomo abbietto strugge e degrada,
ma non uccide,
colpisce e ferisce,
e le lacerazioni son sanguigne,
e pur caldeggia il perfido
mendace amore nell’antico sognare.

Il Giuda ingannatore partecipa
alla dolente armonia
del tuo inebriante imbroglio,
bendato dal suo velo nero
e diletto dal falso proporsi,
ma il grande traghettatore Caronte
è in attesa e impreca,
egli è impaziente del tuo arrivo,
tu e la tua fatale euforia
vivrete l’incubo del girone Dantesco,
nella bolgia degli ipocriti
e dei seminatori di discordie.

Raffaele Feola.

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This entry was posted on mercoledì, agosto 5th, 2015 at 20:18 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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