Che cielo strano.
Che cielo strano.
Che debbo sapere amor
che d’amore cercai,
strano molto strano
quel sentore di un lontano
e smodato affanno, sperso in una biancastra alba
intinta di strani malori e cattivi presagi.
Non parve d’argento quel cielo
fiacco e insolentito,
ma solo commosso,
con la sua voglia di pianto
e la sua sfrenata ricerca di sogni dispersi
e poi cercati e poi ancora smarriti.
Il capo reclino
prima a manca poi ancora,
e d’impeto l’agonizzante sole
con guizzanti lampi e bieche carezze
afflosciò i pur superbi fiori,
grigi e neri e poi dai mille colori.
Raffaele Feola
This entry was posted on giovedì, luglio 9th, 2015 at 21:28 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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