Voluttuosa incomprensione.
Voluttuosa incomprensione.
L’apologia di un irrequieto amore
e che odore stravagante
il mormorio di un silenzio,
dai non essere come non sei,
scarna e volutamente ombrosa.
Io amai ciò che tu amasti
e odiai ciò che tu ritenevi aberrante,
ho conosciuto il tuo corpo
ma perché la tua anima è posseduta
da un cuore disincantato e derisorio,
è impone vani e inutili dolori.
No amor mio, tu forse cercavi tutto
ma non affetto, solo devianti stupori
e sconsolate ebbrezze,
dai ama con voluttuosa
voglia di ricevere, ma ti prego
accetta quel vile ciuffo di capelli
cosparsi di una fredda neve
in una avanzata e triste primavera.
Ti amo ho capito,
ma che premio folle il saperti lontana,
l’angustiante mio corpo
si decompone velocemente
nell’ingrata solitudine,
il sole enuncia ciò che dovrebbe,
calore e gioia, e pur egli sa che tornerò.
Quanti addii, ma non lasciare cuori feriti,
t’amo e t’amo tanto
non so che vuol dire l’addio alla morte
ma non comprendo il vivere,
esistere e non esserci, t’amo e t’amo,
tornerò amor mio, tornerò.
Raffaele Feola xxviii