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Letteratura Poeti Famosi



MI RIGIRO E BRUCIO dalla raccolta “A Sylvia Plath”

 

Sei l’estranea cometa

che si riaffaccia

più vaporosa,

anonima al corpo

e alla vista degli uomini.

 

In tale trasparenza

d’oscuro giro,

apri il velo di carta

che unisce e mostra

la sua inconsistente volta.

 

Tremolano gli arazzi

sul vuoto Mondo,

cristallo di polvere

da sepolcri affollato

per l’affezione dei vivi.

 

Placidamente vai

senza il greve corpo

e salti rapida

in un’altra tua vita,

come il gatto sulla preda.

 

Salti e pulisci la cassa

dalle tele di ragno,

dove giacciono

le spoglie trapassate

dalle tenaglie del tempo.

 

Irriverente lo sciame

si avvicina empio

– qualcuno piange -,

finzione sulle ceneri

di povere ossa raccolte.

 

Guardi e sorridi

di tanti prigionieri

in vana folla,

appiccicoso verme

senz’anima e profumi.

 

Vivere e morire,

rinascere nella linfa

spinta alle foglie

dai canali fissati

sulle radici che nutrono.

 

Dal seme al grano

ti ritrovi di nuovo

 sulla livida terra,

nel gioco ambiguo

che moltiplica le cicatrici.

 

Allora ti rigiri e bruci,

rompi i cristalli

che si sciolgono

svanendo nel soffio

del tuo fiorente respiro.

 

02.09.2014 Ciro Sorrentino

This entry was posted on martedì, settembre 2nd, 2014 at 18:53 and is filed under Poesie D'Amore, Poesie D'Autore, poesie personali, Poesie sulla Vita, Poesie Varie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

11 Commenti

  1. Ciro Sorrentino Scrive:

    https://www.youtube.com/watch?v=x1CYWTIfLkA
    PABLO NERUDA – LA NOTTE NELL’ISOLA

    Tutta la notte ho dormito con te
    vicino al mare, nell’isola.
    Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
    tra il fuoco e l’acqua.

    Forse assai tardi
    i nostri sogni si unirono,
    nell’alto o nel profondo,
    in alto come rami che muove uno stesso vento,
    in basso come rosse radici che si toccano.

    Forse il tuo sogno
    si separò dal mio
    e per il mare oscuro
    mi cercava,
    come prima,
    quando ancora non esistevi,
    quando senza scorgerti
    navigai al tuo fianco
    e i tuoi occhi cercavano
    ciò che ora
    – pane, vino, amore e collera –
    ti do a mani piene,
    perché tu sei la coppa
    che attendeva i doni della mia vita.

    Ho dormito con te
    tutta la notte, mentre
    l’oscura terra gira
    con vivi e con morti,
    e svegliandomi d’improvviso
    in mezzo all’ombra
    il mio braccio circondava la tua cintura.
    Né la notte né il sonno
    poterono separarci.

    Ho dormito con te
    e svegliandomi la tua bocca
    uscita dal sonno
    mi diede il sapore di terra,
    d’acqua marina, di alghe,
    del fondo della tua vita,
    e ricevetti il tuo bacio
    bagnato dall’aurora,
    come se mi giungesse
    dal mare che ci circonda.

    ... on July settembre 2nd, 2014

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