L’ULTIMA PRIMAVERA
Oh, fatua primavera!
Sempre ritorni e tutto
inondi di variopinti fiori.
Così allunghi i rami,
e accogli i passeri,
…doni piccoli rubini
nella tua piena d’amore.
La terra frena il respiro
il mio pianto si ferma.
Le radici irrigidite,
i fragili ramoscelli,
il mio tronco contorto
si riaffacciano alla vita…
…Ah, qual dolce dormire!
I fiori volano via,
il vecchio ciliegio si spoglia!
È solo nel suo dolore,
nell’invisibile brina
che ghiaccia i veli
e i suoi rami invecchiati.
Ana Valdeger 13/04/2014
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Ana Valdeger Scrive:
E’ un inizio di primavera freddo e piovoso,che questa Pasqua possa portare con se il sole della primavera, fuori e dentro di tutti noi.
Ciro Sorrentino Scrive:
L’inizio della poesia sottolinea la fragilità e la brevità della Primavera che inonda il Mondo della sua freschezza e dei suoi doni, ma per un arco di tempo limitato e “fatuo”.
Ed è questo senso d’angoscia “percepito” che colpisce e si ricollega alla sofferenza del vecchio ciliegio, che resta nudo, senza germogli, come interdetto e sospeso nella sua pena, mentre intorno tutto fiorisce nel frenetico ritmo della vita.
A presto,
Ciro Sorrentino
Ciro Sorrentino Scrive:
POST SCRIPTUM
Si noti tutto il dolore del ciliegio (che è rappresentazione e incarnazione dell’anima) “…Le radici irrigidite, i fragili ramoscelli, il mio tronco contorto si riaffacciano alla vita…”
DELLA PRIMAVERA, QUESTO VECCHIO CILIEGIO NON RIESCE AD ESSERE PARTECIPE “…I fiori volano via…”, NON PUO’ TRATTENERE I SUOI GERMOGLI CHE IL VENTO IMPROVVISO RAPISCE A SE’: TROPPO FRAGILE SONO LE SUE FORZE, LA LINFA FIACCA CHE SCORRE ORMAI LENTA NEI SUOI RAMI.
Da questa dolente descrizione del dolore, si comprende che tutta la poesia non è incentrata sulla sonora luminosità della PRIMAVERA, che segue il suo corso naturale, la poesia vuole sottolineare come per il “VECCHIO CILIEGIO” non è più possibile trattenere quei “…rubini nella piena d’amore…”.
Ciro Sorrentino