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Letteratura Poeti Famosi



L’ULTIMA PRIMAVERA

 

Oh, fatua primavera!

 

Sempre ritorni e tutto

inondi di variopinti fiori.

 

Così allunghi i rami,

e accogli i  passeri,

…doni piccoli rubini

nella tua piena d’amore.

 

La terra frena il respiro

il mio pianto si ferma.

 

Le radici irrigidite,

i fragili ramoscelli,

il mio tronco contorto

si riaffacciano alla vita…

 

…Ah, qual dolce dormire!

 

I fiori volano via,

il vecchio ciliegio si spoglia!

 

È solo nel suo dolore,

nell’invisibile brina

che ghiaccia i veli

e i suoi rami invecchiati.

 

Ana Valdeger 13/04/2014

 

This entry was posted on domenica, aprile 20th, 2014 at 22:39 and is filed under Poesie D'Amore, Poesie sulla Vita. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

3 Commenti

  1. Ana Valdeger Scrive:

    E’ un inizio di primavera freddo e piovoso,che questa Pasqua possa portare con se il sole della primavera, fuori e dentro di tutti noi.

    ... on July aprile 20th, 2014
  2. Ciro Sorrentino Scrive:

    L’inizio della poesia sottolinea la fragilità e la brevità della Primavera che inonda il Mondo della sua freschezza e dei suoi doni, ma per un arco di tempo limitato e “fatuo”.

    Ed è questo senso d’angoscia “percepito” che colpisce e si ricollega alla sofferenza del vecchio ciliegio, che resta nudo, senza germogli, come interdetto e sospeso nella sua pena, mentre intorno tutto fiorisce nel frenetico ritmo della vita.
    A presto,
    Ciro Sorrentino

    ... on July aprile 21st, 2014
  3. Ciro Sorrentino Scrive:

    POST SCRIPTUM
    Si noti tutto il dolore del ciliegio (che è rappresentazione e incarnazione dell’anima) “…Le radici irrigidite, i fragili ramoscelli, il mio tronco contorto si riaffacciano alla vita…”
    DELLA PRIMAVERA, QUESTO VECCHIO CILIEGIO NON RIESCE AD ESSERE PARTECIPE “…I fiori volano via…”, NON PUO’ TRATTENERE I SUOI GERMOGLI CHE IL VENTO IMPROVVISO RAPISCE A SE’: TROPPO FRAGILE SONO LE SUE FORZE, LA LINFA FIACCA CHE SCORRE ORMAI LENTA NEI SUOI RAMI.
    Da questa dolente descrizione del dolore, si comprende che tutta la poesia non è incentrata sulla sonora luminosità della PRIMAVERA, che segue il suo corso naturale, la poesia vuole sottolineare come per il “VECCHIO CILIEGIO” non è più possibile trattenere quei “…rubini nella piena d’amore…”.
    Ciro Sorrentino

    ... on July aprile 21st, 2014

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