Oh mio Dante.

 

Oh mio Dante.

 

Nel girone del sommo  Dante

quanto caldo e freddo e  poi… poi…

 

un lontano silenzio urla e urla,

lacerante e acuto,

 

 Dio mio son giunto alla morte

ed il cappuccio del Sommo poeta

scivola,

e appare il volto adirato

di colui che venne profanato

nelle immortali sue opere.

 

 Derubo sentori e parvenze e sapere,

ma non son poeta,

son solo pieno di un tal sapere

semplice  semplice

 che persino il grande verseggiatore

tollera con generosa indulgenza,

si perché la vita è vita ed uguale per tutti,

comunque si racconta nel

magnifico e nel fatuo,

ma è pur sempre vita.

 

Racconto e racconto

ma non so cosa, le parole son uguali

una all’altra, dimmi tu

o Sommo che dire,

 ormai vedo solo schiere

di anime senza cuore

e senza orecchie ,

occhi spenti e cosparsi di velature,

bocche diritte e curve all’ingiù

che follia la vita,

dimmi sommo Dante

in quale girone son atteso?

 

 

This entry was posted on venerdì, marzo 14th, 2014 at 23:39 and is filed under Poesie D'Amore. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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