Oh mio Dante.
Oh mio Dante.
Nel girone del sommo Dante
quanto caldo e freddo e poi… poi…
un lontano silenzio urla e urla,
lacerante e acuto,
Dio mio son giunto alla morte
ed il cappuccio del Sommo poeta
scivola,
e appare il volto adirato
di colui che venne profanato
nelle immortali sue opere.
Derubo sentori e parvenze e sapere,
ma non son poeta,
son solo pieno di un tal sapere
semplice semplice
che persino il grande verseggiatore
tollera con generosa indulgenza,
si perché la vita è vita ed uguale per tutti,
comunque si racconta nel
magnifico e nel fatuo,
ma è pur sempre vita.
Racconto e racconto
ma non so cosa, le parole son uguali
una all’altra, dimmi tu
o Sommo che dire,
ormai vedo solo schiere
di anime senza cuore
e senza orecchie ,
occhi spenti e cosparsi di velature,
bocche diritte e curve all’ingiù
che follia la vita,
dimmi sommo Dante
in quale girone son atteso?