La mia mamma
La mia mamma.
Quella grande veranda
dove trascorsi la mia infanzia,
colma di verde e strane piante,
su ogni foglia deponevo
un desiderio e non conoscevo il vivere,
ma solo il dopo.
Il mio fiore preferito che spesso
la mia mamma irrorava
di bianca acqua,
divenne poi il simbolo del dolore,
il cuore si avvolse di cupi avvenimenti,
ella andò via reclamando
l’ultimo abbraccio di un ingrato figlio,
e volle promesse,
tante e tante promesse da me,
ed io non compresi,
perdonami se non ebbi sentore.
Oggi è la festa della donna,
tu non sei una donna sei la mia mamma,
io ti amerò fin quando ne avrò forza,
e perdona se ho smarrito
il senso delle cose, la mia mente vacilla,
aiuta questo tuo figlio ingrato, mamma mia.
Foggia 8 marzo 2014
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