IL NARDO DELLA LUNA – dalla raccolta “AMORE ALLO SPECCHIO”
Il freddo del mattino
apre torve le sue ali
all’acre risveglio,
e non trova il cuore
il modo d’essere usignolo.
Fugge la luce nel vento,
e non lambisce la terra
divenuta ormai
un bianco viso di cera
che flebilmente si accende.
Indecifrabile il tempo
in sé sospende
della primavera il seme,
lasciando che le lancette
girino stralunate e sconvolte.
Le ore si perdono alle ore,
come aghi d’abete
sulle rive dispersi
quando il fiume scorre
incurvato, al giogo del vento.
Attendono le torbide acque
delle paludi stagnanti,
dove mai sboccerà il fiore
sotto il nardo della Luna
che libera inclementi afrori.
14.02.2014 Ciro Sorrentino
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