UN REMOTO ALFABETO TAGLIENTE
Ogni volta muoio e rinasco
nelle vite di un gatto,
e sempre la mia anima
si apre al sorriso amandoti.
Così ritorno ai giorni uguali,
mi rigiro e brucio,
ardo come legna secca
che scoppietta per riscaldarti.
Ma impera un gelo d’inverno
e come un ciottolo
invano sogna acqua di torrente,
così attendo la tua rosea rugiada.
Maliziosi in folla guardano
le conchiglie svuotate,
sulla fredda sabbia che mai
sentirà il passo delle tue orme.
Prima di loro l’aria era colma
della luce di nuova luna,
ora è tutto confuso e nero,
un remoto alfabeto tagliente.
28.02.2014 Ciro Sorrentino
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